Ho alcuni pensieri ben definiti, ma al tempo stesso molto finalizzati a se stessi ma che non voglio esprimere per paura di essere poi frainteso. Per esempio c'è una canzone che in questo periodo mi smuove parecchio, è come uno tsunami intestinale, c'è chi potrebbe collegarla a sè, invece non c'è nessuno strano motivo, è solo un tumulto di passioni, di sentimenti fortissimi, forse perchè è urlata, quasi pianta, più che cantata. Parla della fine di una storia, del dolore, e poi quell'immagine dell'amore che hanno fatto che brilla attraverso gli occhi e batte nel cuore, bhe ogni volta il cuore mi si ferma per l'emozione. E parla della paura che arriva dopo, dell'incertezza e della presa di coscienza della forza che si ha per continuare a vedere le cose belle anche in quel momento. Questo principio lo si può applicare a qualsiasi fatto. Per esempio questo periodo è pieno di incertezza, non c'è nulla di sicuro per me. Mi rendo conto di vivere male il non sapere, per esempio,lavorativamente parlando, che fine farò.
Poi mi dico vabbè, resisti stringi i denti e vedrai che poi dopo questo fisiologico momento di incertezza arriverà un momento in cui tutto prenderà il suo posto. Mi sembra che la mia vita sia un barattolo di vetro (tipo quelli in cui di sloito si mette il caffè) in cui sono sparsi alcuni pezzi delle costruzioni. Ecco, ora li sto agitando cercando di farli incastrare, ma è impossibile che tutti combacino perfettamente sotto l’effetto del caso, eppure a furia di provare e riprovare succederà che per un culo mostruoso si incastreranno. E allora mi sorprenderò per come si incastreranno pur avendo scelto dei pezzi a caso. È cosi. È quello che è. Poi viene il sole.
Sospiro. Spero.