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sabato 25 novembre 2006

Un mondo fatto solo per me


Sento una dolcezza immensa dentro -non saprei come chiamare questa cosa-, come il miele che cola, ed è qualcosa di così profondo che se provo a farlo venire fuori mi viene da piangere. 
Dal mio ritorno da Amsterdam sono molto cambiato, riesco a guardarmi dall’esterno, in un modo più consapevole. Prima mi sfuggivano un sacco di dettagli. Prima parlavo di un mondo tutto mio (che esiste ancora), ma facevo fatica a coglierne i particolari io stesso. Ora so cosa intendevo dire. Dentro me c’è una costante tempesta che spesso mi solleva l’anima, a volte è dolce, è come  essere avvolti da petali e piume, altre volte invece è così violenta, come lampi di luci e suoni. È da questo mio mondo che nasce il mio lato “creativo”, e che si manifesta in uno sguardo idiota o un’espressione “strana”.
Non credo di essere una persona speciale, ognuno ha il suo mondo unico e profondo che si può manifestare in modi diversi. Per me, però, è difficile riuscire a mostrarlo, forse perché mi sento vulnerabile, allora c’è chi si crea una scorza dura e invalicabile per colpa di brutte esperienze, c’è chi invece trae da ogni cosa un qualcosa di positivo, magari ugualmente doloroso, ma decisamente più costruttivo. Così i primi sono quelli che, a prima vista appaiono stronzi, polemici e rompicoglioni; i secondi sono quelli che sembrano sempre con la testa tra le nuvole, impenetrabili, strani e disattenti. Credo di appartenere a questo secondo gruppo. È così che forse nascono le anime belle e le persone complesse di cui parlavo mesi fa.
Sembra quasi che voglia convicere qualcuno di qualcosa. Voglio solo capire e far capire che ognuno è fatto a suo modo, ognuno riflette un mondo interno così personale e profondo che spesso è davvero difficile capirlo (a volte questi questi mondi sono pieni di spazzatura e merda, ma questo è un altro discorso). Qualcuno poi impara a comunicarlo in un modo più immediato, altri hanno bisogno di mezzi come la musica, la scrittura, la danza, la pittura, uno sguardo, un gesto oDiosolosacosa.
Io, per esempio, mi rendo conto di poter sembrare fuori di testa quando mi metto a scrivere di me, i racconti, o canticchio delle cose che mi vengono in mente e magari intanto nella mia testa suona una musica fatta per quelle parole. Sono questi i momenti in cui faccio cose senza senso o in cui rimango assorto. Si tratta di veri bisogni, così mi ritrovo a cercare una pezzetto di carta e una misera matita per scrivere una cosa che ho pronunciato sulle labbra o devo registrare un giro di note per non perderle nel tempo.
Rimango sempre più convinto che gli occhi restano il punto di passaggio verso questi mondi così personali. Sono dei canali tra due dimensioni, buchi neri dei sentimenti e delle passioni. Non mi spiegherei altrimenti il perché mi attraggono così tanto gli occhi altrui e perché io invece tenda a nasconderli ai più.
Come sempre scrivo, scrivo, ma non si capisce niente. Sarà colpa delle piume che mi svolazzano intorno...

venerdì 17 novembre 2006

Solo il sole

Mal di gola devastante, mi sembra di avere ingoiato della sabbia o grattato sull’asfalto con l’ugola, male male male. Umore grigio e piovigginante come il tempo di quest’oggi, triste triste triste. Vaga nausea alternata a momenti di freddo intenso, distrastro disastro disastro. Il tutto si riflette poi sui rapporti sociali, così meglio starmene chiuso in casa per evitare di fare ulteriori danni. Così come i disastri aerei accadono tutti vicini nel tempo così anche quelli personali ti cadono tra capo e collo insieme, non lo dico io, è la teoria del grappolo secondo la quale le cose brutte succedono tutte insieme. Non a caso oggi è venerdì 17. Colpito in pieno. Poteva andare peggio, ma la giornata non è ancora finita, chissà cosa mi riserveranno le prossime ore.
Mi sono reso conto che è un sacco di tempo che non mi chiedo come sto. Come sto? Tutto sommato bene. Ci sono momenti in cui mi sento l’anima chiusa in un sacco, un po’ senza aria, vorrei respirare di più. Poi ci sono altri momenti in cui respiro a pieni polmoni e poi arriva una canzone che con precisione chirurgica e disarmante parla di me, a me, solo me. Mi viene ripetuto che ho tanta forza, forse è vero, eppure a me sembra più che altro di riuscire a trovare sempre nuovi modi per vedere le cose, riesco a sognare ancora, ad aprire nuovi angoli del mio cuore e della mia anima, riesco a trovare nuovi modi per sentire e vedere. Non si tratta di forza, si tratta di trovare nuove risorse dentro di sé. Non sono forte, anzi sono di una fragilità estrema, a volte ho la netta sensazione di potermi disperdere in un milione di piccoli pezzi. Piccolo e fragile, ma con qualcosa che non so, ma che c’è. Ecco perchè forse amo il sole, forse funziono come i pannelli solari e sarà anche per questo che in giorni grigi come questo le cose non girano nel verso giusto. E se sono giù come ora allora guardo il sole e mi sento più sereno, peccato che ora sia sera, mi faccio cullare un po', vorrei che questo rimanesse di me in chi mi vuol bene. Parlo di questo "segreto" di fare tutto come se si vedesse solo il sole. Mi piacerebbe lasciare questo di me a chi amo.

Qualcosa che non c'è -Elisa-


Tutto questo tempo a chiedermi cos'è che non mi lascia in pace
tutti questi anni a chiedermi se vado veramente bene così
come sono, così

così un giorno ho scritto sul quaderno io farò sognare il mondo con la musica
non molto tempo dopo quando mi bastava fare un salto per raggiungere la felicità
e la verità è che

ho aspettato a lungo qualcosa che non c'è
invece di guardare il sole sorgere

questo è sempre stato un modo per fermare il tempo e la velocità
i passi svelti della gente, la disattenzione, le parole dette senza umiltà
senza cuore così
solo per far rumore
                                                
ho aspettato a lungo qualcosa che non c'è
invece di guardare il sole sorgere

e miracolosamente non ho smesso di sognare
e miracolosamente non riesco a non sperare

e se c'è un segreto è fare tutto come se vedessi solo il sole
un segreto è fare tutto come se
fare tutto come se
vedessi solo il sole
vedessi solo il sole
e non qualcosa che non c'è

                                                    (Elisa)

domenica 5 novembre 2006

Strani giorni

Sono giorni che scivolano via e anche se ci sono un mucchio di cose che vanno così così o che non vanno proprio fa niente perchè poi ce ne sono altre, a volte più piccole, che però mi fanno stare bene. E' una serenità relativa, non mi accontento, ma per ora va così. Mi rendo sempre più conto che ci sono sempre meno persone con cui sto bene, è un po' triste forse, ma è così. Inizio ad entrare in quella fase della vita in cui si delineano sempre più i rapporti, si definiscono dei limiti e si rafforzano dei legami, è inevitabile, anche perchè credo che non dipenda poi totalmente da me, sembra un processo naturale, come qualcosa di già scritto, già deciso. E non ci sto male forse proprio per questa naturalezza. Non si tratta nemmeno di vivere alla giornata, è qualcosa di diverso, sembra più un vivere seguendo dei segni, senza costrizioni o sforzi, ma semplicemente così come viene.
Ci sono persone a cui non posso rinunciare, alle quali sento sempre il bisogno di dire "ti voglio bene", col rischio di inflazionare questo sentimento che sento così puro e vero dentro, rendendolo agli occhi degli altri meno sincero -ma alla chi deve capire, capisce-. Come ho scritto tempo fa, vivo di istanti, attimi che passano, ma che a distanza di tempo mi restano dentro e nei quali mi sembra di aver vissuto la vita intera. Vorrei che tutto rimanesse così, immobile e fermo in se stesso, senza mutamenti, senza inganni e illusioni, ma so che non può essere così, così cerco di correre sullo slancio di quello che resta.

Rifletto molto su come io posso apparire agli altri, mi piacerebbe potermi spiegare, potermi raccontare per come sono davvero, ma non c'è un modo davvero efficace per farlo. Solo io so come sono -e a volte nemmeno io- perchè mi sento un essere molto complesso, mi sfuggono tante cose di me, i motivi, le ragioni, i pensieri. Quindi se succede a me figuriamoci agli altri. Così mi ritrovo quia scrivere fiumi di parole pensando di potermi fare capire, ma alla fine anche qui c'è il rischio dei fraintendimento. Macchissenefrega!
Sono proprio giorni strani. Mi sento di più per come sono, riesco quasi a toccarmi dentro, a sentire la mia consistenza, ad avere delle sensazioni tattili di me. E' tutto davvero strano, non brutto, non bello, ma strano. Forse alla fine è così che sono: strano.