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lunedì 17 novembre 2008

Invece no -Laura Pausini-



Forse bastava respirare, solo respirare un pò
fino a riprendersi ogni battito
e non cercare l’attimo, per andar via (non andare via)
perchè non può essere abitudine
dicembre senza te, chi resta qui spera l’impossibile.
Invece no, non c’è più tempo per spiegare
per chiedere se ti avevo dato amore.
Io sono qui e avrei da dire ancora, ancora.
Perche si spezzano tra i denti
le cose più importanti
quelle parole che non osiamo mai
e faccio un tuffo nel dolore, per farle risalire
portarle qui, una per una qui
le senti tu…pesano e si posano per sempre su di noi
e se manchi tu, io non so riperterle io non riesco a dirle più.
Invece no, qui piovono i ricordi
ed io farei di più, di ammettere che è tardi
come vorrei, poter parlare ancora ancora.
E Invece no, non ho più tempo per spiegare
avevo anch’io ( io) qualcosa da sperare davanti a me
qualcosa da finire insieme a te.
Forse mi basta respirare
solo respirare un pò.
forse è tardi, forse invece no.

                                            (Laura Pausini)

sabato 25 ottobre 2008

Il seme



Se ne stava sotto terra. Una terra pesante, densa, carica, calda. Fuori soffiava un vento freddo, di quello che schiaffeggia. L'aria tagliava, feriva la terra, come lame su un viso pallido. Il seme se ne stava rannicchiato, come un feto nel grembo materno, con le gambine rannicchiate sulla pancia, concentrato a raccogliere tutto il calore che poteva, che arrivava da fuori, per non farlo scappare via, perchè era prezioso tutto quel calore, lo faceva sentire al sicuro. Quell'angolo di terra era la sua casa, ogni tanto pensava a quello che c'era fuori, un mondo che no aveva mai visto. Non si ricordava come era arrivato fin lì. Era ancora intontito, si stava svegliando come da un lungo sonno, sentiva ancora il torpore. Non vedeva intorno a se, non sapeva dov'era, sapeva che sarebbe cresciuto un giorno. Non sapeva se sarebbe diventato una grande quercia secolare o un umile filo d'erba, sapeva che sarebbe germogliato. Non aveva fretta però, stava bene lì al sicuro, non sapeva cosa c'era fuori, preferiva aspettare il tempo che sarebbe servito. Non sapeva per quanto, non gli importava, il tempo la sotto non aveva importanza.
Ogni tanto sognava il futuro, di vedere quello che c'era fuori, lontano dal suo nido, sua mamma quando lo aveva lasciato andare gli aveva sussurrato alcune parole gli aveva parlato del mondo, del cielo, dell'acqua, della vita. Erano parole, desiderava conoscere quelle cose, ma non ora, non era il momento giusto. Desiderava sentire ancora per un po' quel calore intorno. Sapeva che avrebbe visto tante cose del mondo, cose che ancora non conosceva, ma sapeva che avrebbe conosciuto più di quanto potesse immaginare in quel momento.
Quanta consapevolezza aveva il seme. Quante cose sapeva senza averle mai imparate, era come se anche dentro di lui ci fosse un seme, qualcosa che lo rendeva consapevole di cose che sarebbero arrivate col tempo. Non conosceva nemmeno bene da dove veniva, aveva strani ricordi, come pacchetti che aveva trovato lì al suo risveglio. Non aveva un vero passato, ma sapeva che avrebbe avuto un futuro, bello o brutto, ma ci sarebbe stato. Questo gli bastava, lo tranquillizzava e lo cullava in quel torpore, in quel mondo buio e accogliente. Per il momento gli bastava quello che aveva, quello che aveva, quello che era. Sbadigliò e pensò che forse sarebbe germogliato presto, timidamente, facendo capolino dietro un grumo di terra, lassù, in quel mondo che sapeva, ma che non conosceva. Avrebbe conosciuto le emozioni, la gioia per la pioggia dopo la siccità e il dolore per il gelo dell'inverno. Parole. Cose appese ad un muro, senza un senso. Ma presto...presto...e si addormentò di nuovo sognando il futuro.

martedì 14 ottobre 2008

Viaggio nello spazio

Manco da più di un mese, non solo da qui, ma proprio dal mondo. Sono in orbita intorno alla terra, a volte mi sembra che sto per tornare, altre che continuo ad andare ancora più lontano. E sono a pezzi, i miei pezzi galleggiano nello spazio, dove non c'è ossigeno, io vago cercando di afferrarli, ma quando mi sembra di esserci riuscito si sparpagliano ancora di più. Mi dico che devo essere pazzo, che c'è qualche ingranaggio che non funziona, forse alla soglia dei trent’anni succede. La garanzia è scaduta e si sa,i pezzi di ricambio costano un sacco. Si è scoperchiato lo sgabuzzino, quello dove si mettono tutte le cose che non servono, che si vogliono buttare-ma-non-buttare.
Resta una gran confusione in testa, frammenti di pensieri, non-pensieri interi, perchè anche solo pensare costa fatica, non come quel tipo di fatica che si prova alla fine di una lunga giornata dicendoci che siamo soddisfatti. E' quel tipo di stanchezza che spezza e strazia.
 E' stata una giornata strana, ricca di quei frammenti di cui parlavo poco fa. Li ho presi così come vengono, come sono, senza filtri, ognuno troverà il suo posto a tempo debito, quando mi sentirò più a posto, meno a galla in questo viaggio spaziale che di straordinario non ha proprio nulla.


martedì 26 agosto 2008

Evviva la vita

Da un po' di tempo ho deciso di realizzare alcuni miei desideri, mi sono reso conto che passiamo tanto tempo a pensare alle priorità, cerando di riempire la vita con piccole cose, dei surrogati di desideri più grandi che alla fine restano tali. Mi sono chiesto come sarebbe se riuscissimo a realizzare anche solo alcuni dei miei sogni o desideri. Alcuni sono anche banali, basterebbe un minimo di sbattimento per realizzarli, altri sono davvero al di fuori della mia portata, per via dei mezzi che sarebbero necessari, per altri basta volerlo o almeno provarci. 
Sono nel momento della mia vita in cui posso provare a riempire la mia vita di cose belle, di iniziare a creare i ricordi di domani. Ho deciso che questo farà bene a me, perchè la vota deve avere un significato che va al di là di qualsiasi altra, dell'amore, del lavoro, dei soldi, di tutto. Così ho pensato che la mia vita, quello che sono, che penso devono essere coccolati. Così per esempio ho iniziato, la cosa che più di ogni altra rappresenta questo momento è la scelta di legare la mia vita ad un altro essere vivente, e visto che un figlio per ora è un desiderio che va proprio oltre quei mezzi di cui parlavo prima, ho optato per un'altra forma di vita. Un cane, si chiamerà Yashal, che in lingua navajo vuol dire "evviva la vita", perchè sia un augurio per me e per lui. Perchè forse la vita non ha un vero senso, ha il senso che gli diamo noi e che noi dobbiamo gioirne sempre e che sta a noi renderla speciale. Per questo Yashal...

Your name is Yashal 
Strong like the mountain, Yashal 
You’re soft like snow, Yashal… 
Your're strong like the mountain, Yashal 
You’re soft like snow, Yashal…
                                                           (Elisa)

                                                      

lunedì 11 agosto 2008

Milano e le onde psicomagnetiche

Lunghi periodi da solo. La città si è svuotata all'improvviso, sembra che un incantesimo abbia fatto sparire tutti di punto in bianco. Milano in questi giorni è ancora bella, l'altra sera c'erano le stelle. Era tanto tempo che non mi fermavo a guardare il cielo di sera, tempo fa passavo tanto tempo col nasone all'in sù. Ci sono un sacco di cose che non faccio più, lo dico con un pizzico di amarezza. Vuol dire che sto crescendo? O che mi sto standardizzando alla normalità? E la mia testa per aria tra le nuvole? In realtà stranezze ne faccio ancora, solo che anche quelle evolvono, crescono con me, anche noi teste di cazzo subiamo un processo evolutivo. Darwin ha sempre ragione! Solo che oggi ho l'impressione di essermi appiattito, sarà la stanchezza, sarà la città vuota che mi fa acquisire più lucidità, come se i miei pensieri arrivassero più nitidi, senza l'interferenza dei pensieri altrui. Come onde radio, partono e arrivano, chissà che casino al mare adesso, con tutte quelle onde psicomagnetiche sulle spiaggie. Sarà per questo che amo la città d'estate, meno intereferenze, è forse l'unico periodo dell'anno in cui penso senza filtri, interferenze, fuori dai coglioni tutti!
Amo questa città, andando al lavoro me la sono fatta tutta, si girava bene in auto nonostante fosse sabato pomeriggio. Mi sono fermato a comprare un paio di scarpe, i commessi devono avere avuto paura perchè sono entrato e ho detto "voglio quelle", come se fossi un poliziotto dei telefim. Ho parcheggiato sui navigli e mangiato un gelato alla noce, che mi è sembrato il più buono del mondo in quel momento. L'autoradio a palla e un pazzo -io- che cantava come un pazzo, non so dire se ero felice, forse no, però stavo bene. Sto bene anche qui...

Milano -Alex Britti-



In un giorno come tanti, con il traffico nel centro
con 2 suore che camminano vicine in una piazza con un grande monumento
con l’america nei bar, con la moda sempre in festa
con la gente che lavora sempre troppo e una strana atmosfera di conquista
con i taxi sempre un po’ incazzati e i turisti anche loro un po’ d fretta
con sempre quella strana voglia d andar via perché altrove, forse, c’è qualcuno che ci aspetta
è milano, con i suoi 1.000 dialetti, con le settimane lunghe e con gli uffici,
con le abbronzature a 100.000 watt e con la vita appesa a 1.000 sacrifici
in un albergo verso il centro ci sto io e una finestra che s’affaccia sul cemento
mentre festeggio un anno d malinconia con la chitarra per dividere il momento
......anche qui può arrivare l’odore del mare a prendermi
...e se domenica non ho niente da fare farò i miei soliti due passi tra i palazzi
e faccio finta di star bene almeno un po’ anche se dentro invece cado a pezzi
e se avrò bisogno di dimenticare prenderò xpermano l’ansia e anche la rabbia
le accompagnerò per un aperitivo al bar e al punto giusto le abbandono tra la nebbia
in un albergo verso il centro c’è una donna, vive nel lusso ma con gli occhi tristi
anche stasera toglierà la gonna per regalarla ai soliti professionisti
......anche qui può arrivare l’odore del mare a prendermi

sabato 19 luglio 2008

Testardo -Daniele Silvestri-



Io so' testardo 
c'ho la capoccia dura 
e per natura non abbasso mai lo sguardo 
è un'esigenza 
perché c'ho 'na pazienza da leopardo 
e so' testardo 
e non mi ferma gnente 
vado sempre avanti fino al mio traguardo 
indifferente 
e non m'importa gnente se ritardo 
io so' de legno 
e sembro muto e sordo 
ma le tue parole, sta' tranquillo 
che me le ricordo 
e qualche volta me le segno 
io so' de coccio 
quello che dico faccio 
io so' uno che, comunque vada 
le promesse le mantiene 
che poi nemmeno me conviene 
molto 
perché so' un muro 
e pure se t'ascolto fondamentalmente 
so' sicuro 
che la tua vita è appesa a un filo 
e io c'ho le forbici 
però 
se ancora un po' mi piaci 
la colpa e dei tuoi baci 
che m'hanno preso l'anima 
de li mortacci tua 
Io so' De Chirico 
dico in senso simbolico 
c'ho un controllo diabolico 
quasi artistico 
del mio stato psicofisico 
e se hai capito, mo' traducilo 
e so' tenace 
perché alla gente piace 
ma è evidente che con un coltello 
mi puoi fa' cambia' opinione 
aho, so' testardo 
ma mica so' cojone 
io so' de marmo 
ma tu m'hai sbriciolato 
perché so' testardo fino al punto 
che so' sempre innamorato 
pure se tu m'hai già scordato 
- (e infatti l'hanno vista...) 
- m'hanno informato! 
però 
se ancora un po' mi piaci 
la colpa è dei tuoi baci 
che m'hanno preso l'anima 
de li mortacci tua
                                                                               (Daniele Silvestri)

lunedì 7 luglio 2008

Sintesi

E' tanto che non scrivo qui, lo so, ma ho scritto molto da altre parte e sto cercando di fare ordine per fare una sorta di riassunto di tutto, ma mi rendo conto che più tento di fare questa cosa e "the more I think the less I do". E' che ci sono un sacco di stimoli che arrivano da più fronti, sto ascoltando tanta musica, cose diversissime, tanto che passo le giornate a ascoltare musica, vorrei rovesciarla dentro di me, come l'acqua in un bicchiere. E poi c'è lo scrivere, tante idee, tante cose, il problema è che non riesco ad organizzarmi, mi perdo. Odio questa cosa di me. Molto.
Poi in questi giorni c'è un po' di rabbia perchè ho perso tutte le foto di Lisbona. Quindi non vedrete nessuna foto, ma potrete leggere il diario. Amara consolazione. Resta che forse l'unico modo per dare sfogo a queste cose che voglio fare è prendere una lunga vacanza, una sorta di aspettativa, ma che per ora non posso permettermi.
Devo ammettere che sono un po' più sereno, mi sto godendo più momenti lontano dal lavoro, ma so che devo iniziare a studiare, a fare un mucchio di cose che ho lasciato indietro, persone che ho trascurato. Ci provo.

domenica 22 giugno 2008

Hà uma musica do poco - Paula Oliveira-



Há uma musica do Povo, 
Nem sei dizer se é um Fado – 
Que ouvindo-a há um ritmo novo 
No ser que tenho guardado… 
Ouvindo-a sou quem seria 
Se desejar fosse ser… 
É uma simples melodia 
Das que se aprendem a viver… 
Mas é tão consoladora 
A vaga e triste canção… 
Que a minha alma já não chora 
Nem eu tenho coração… 
Sou uma emoção estrangeira, 
Um erro de sonho ido… 
Canto de qualquer maneira 
E acabo com um sentido!

                                                                   (Mario Pacheco- Fernando Pessoa)

mercoledì 18 giugno 2008

Lisbona - II puntata -


Metro Restauradores domenica 8 giugno 2008 ore 10:05
Chi non ha testa ha gambe. Ho dimenticato la macchina fotografica in hotel e sono dovuto tornare indietro. Ieri sera sono andato a un concerto di fado nel castello di Sao Jorge. Bello. Bellissimo. Hanno cantato due cantanti, una più fadista classica, l'altra molto diversa che ha suonato fado-jazz, molto d'atmosfera, voce particolare.
Durante il concerto una signora per passare velocemente davanti a noi, si è messa a correre sui sanpietrini, ha preso talmente tanta velocità che è cascata di peso, pensavo si fosse sfracellata invece no. Poco dopo...arriva la metropolitana...
Jardim Estrella ore 11:45
...dicevo, poco dopo è ripassata un'altra signora e io e la tipa che era seduta di fianco a me ci siamo guardati con la stessa faccia e siamo scoppiati a ridere e lei deve aver detto qualcosa del tipo "se casca la prendo al volo".
Alla fine il concerto è finito tardissimo e le stradine dell'Alfama non mi piacevano molto a quell'ora, così ho preso un taxi, l'ho chiamato con un cenno della mano, come si fa a New York, che cosa figa, non l'avevo mai fatto.
Vabbè, oggi volevo passare una giornata rilassante nel Bairro Alto per vederlo di giorno, in sostanza mi sono stancato un casino, tutto in salita fino al parco. Ad un certo punto pensavo di non farcela e morire per strada, così mi sono fermato per una lunga pausa qui prima di continuare.
Questa vacanza è capitata proprio a "fagiuolo" [...].
Albergo ore 19:52
Giornata strana. Sono stato al museo nazionale di arte antica, un po' di cultura non fa male. Poi visto che era presto sono andato al Parco de Naçoes, una zona un po' fuori, ultramoderna, costruita per l'expo di non so quale anno. E' una specie di parco con un sacco di cose vicino al ponte Vasco de Gama. Ho fatto una tessera che comprendeva l'ingresso all'Acquario, un giro sulla funicolare sul lungo mare e il Pavillon de Conoçeinça. Ho iniziato dalla funicolare, ho passato tutto il viaggio immobile perchè la cabina dondolava e faceva strani rumori.
Poi Oceanario, molto bello, è diviso in quattro zone, a seconda dei mari, da vedere. E infine il Pavillon de Conoçeinça, una sorta di museo della scienza interattivo e multimediale, nulla di nuovo, ma la parte più bella è stata quella in cui con vari giochi si spiegano le schifezze del corpo umano, tipo il sudore, le scoregge, i rutti, l'alito cattivo, la pipì ecc. C'era anche un quiz con tanto di pulsante, ho vinto, non so se è un merito.
Alla fine mi sono trascinato nella zona intorno all'hotel, ma avevo bisogno di un caffè così sono tornato al barettino dell'altro giorno. Stavo pensando ai cazzo miei, quando mi becco una mia ex compagna del liceo, cioè lei vede me. E' qui con suo marito, mi ricordo che mi stava pure sulle palle, però abbiamo chiacchierato piacevolemente. Ma ecco rispunta Pedro, il ballerino. Viene da me e mi saluti, era con un amico, magari il suo ragazzo visto il genere.
Francesca pensava lo conoscessi, le ho spiegato dove e come l'ho conosciuto. Da lì abbiamo chiacchierato un po' fino a che Pedro e il suo amico ci hanno chiesto di ripetere delle parole italiane che a loro piacciono un casino, tipo: STANCO, PIACCIO, quando abbiamo ripetuto BAMBINO non la finivano più di ridere. Mi sono sentito davvero scemo.
Pedro poi se n'è andato, ci ha invitati ad una festa, mi ha scritto il suo cellulare sullo scontrino con l'indirizzo e se n'è andato, Francesca era entusiasta, il marito se la rideva, io ero basito. Siamo d'accordo che ci sentiamo dopo per decidere se andare o no, loro partono domani, grazie a Dio.
Metropolitana Marques de Pombal lunedì 9 giugno 2008 ore 15:43
Oggi me la sono presa proprio comoda. A letto presto ieri sera. Sveglia tardi stamattina. Niente feste o bagordi. Avevo in mente una giornata soft, invece col piffero, sono ancora in giro e morto.
Stamattina zoo., carino. Ho visto lo spettacolo con delfini e otarie. Sembravo un bambino, c'erano orde di bambini, classi intere, un esercito di nani agguerriti. Giro del parco e poi passeggiata del parco Eduardo VII, dentro si trova una specie di giardino botanico con una enorme serra, piena di stradine, sali e scendi (mi mancavano!). La parte all'aperto era una specie di foresta, quella al chiuso al 110% di umidità, era piena di palme, fiori tropicali e cactus, dopo aver visto questo posto ho deciso che il vero e proprio giardino botanico potevo saltarlo a piè pari. Mi resta tutta la zona più centrale e poi riposo!
Albergo ore 21:22
Ho concluso il giro di oggi arrivando fino a plaça de Comercio che si affaccia direttamente sul mare. Mi sono fermato alla Fnac e ho comprato il CD di Paula Oliveira, la tizia che ha cantato nel castello l'altra sera nel castello. E' affascinante e magico, c'è questo jazz pervaso dalla magia del fado.
Sono tornato in albergo e poi subito dopo cena a base di seppie e ora sono a letto, massacrato. Domani mi aspetta il Belem, però voglio proprio prendermela comoda, oggi sono proprio spezzato e stanco.
Mosteiro dos Jéronimos martedì 10 giugno 2008 ore 16:29
Oggi sì che me la sono presa davvero comoda: sveglia tardi, colazione tardi, uscito tardi. Tardi. Macchissenfrega! Meta: il Belem, una zona un po' più lontana dal centro. Ci sono arrivato in tram, poi scarpinata fino al Palacio Nacional da Ajuda, la ex reggia, pensavo a una cosa noiosa, invece c'era una guida francese trapiantata in Portogallo che mi ha spiegato un sacco di cose un po' in inglese e un po' in francese, ma ci siamo capiti perfettamente. E' stata gentilissima.
Da lì sosta pranzo, finalmente ho mangiato sardinhas, ho scoperto che questo è il mese delle sardine, ecco perchè tutti dicevano "sardinhas", e io ripetevo "sì, Sardegna". Ho ripreso il giro arrivando al monumento delle scoperte e poi alla torre de Belem, una ex roccaforte che si trovava una volta in mezzo al Tago, poi hanno bonificato la riva e si è ritrovato tra i piedi.
Ora sono in un altro luogo magico, il monastero dos Jéronimos, un'architettura vagamente arabeggiante, non stucchevole, bella agli occhi, si respira molta tranquillità, ci sarebbero da scattare centinaia di foto ai miliardi di dettagli. Non mi sembra di aver visto una decorazione uguale a un'altra e tutto nell'insieme sta bene, è in armonia. In effetti nel chiostro i monaci meditavano, pensa se avessero sclerato, credo che in qualche modo c'entri con questo posto. Con l'armonia, la pace, la serenità, che credo un po' abbia anche io negli occhi. Una luce che è un riflesso piccolo piccolo di questo luogo magnifico.
Gli occhi segnano linee
si perdono nel cielo
come nuvole vagabonde
e non resta che seguirle.
Treno per Estoril mercoledì 11 giugno 2008 ore 10:58
Anche oggi giornata "comoda". Colazione tardi e poi con molta calma sono arrivato a Cais de Sodre per andarmene al mare. Questa volta mi fermo a Estoril. Ieri poi sono arrivato fin quasi sotto il ponte 25 de Avril e ho girato una serie di filmati in cui imitavo Raf nel video di "Infinito". Praticamente un pirla. Sono arrivato dove ha girato il video e ho iniziato a cantare con il ponte alle spalle e la gente che mi guardava. Mi sono sentito scemo, però mi sono anche divertito un mondo. Mi sono letteralmente trascinato in albergo, puzzavo, ho fatto una lunga doccia e mi sono messo a letto nudo come un verme. Così oggi mare fino a quando mi va. E' bello fare così, avere il mare a due pasi. Vorrei vivere in un posto così, lo dico sempre ma non lo faccio mai. Prima o poi.

martedì 17 giugno 2008

Lisbona - I puntata -


Linate giovedì 5 giugno 2008 ore 5:53
Ho praticamente aperto io l'aeroporto, non sono mai arrivato così presto a prendere un volo. Lisbona.
Tutti mi chiedono se sono pronto, ma non lo sono per niente. Mi sembra tutto un po' arraffato, però alla fine va bene così. Sento che sarà un viaggio strano, già solo per la gente che aspetta qui con me l'imbarco, di fronte a me c'è un travestito brasiliano che lancia bacini al cellulare dicendo "Meu amor". Direi che è sufficiente per descrivere la situazione.
[...]
In volo saranno le 8 circa
Aereo semivuoto. Il travestito è seduto pochi posti in la, parla urlando. Mentre stavamo decollando mi è venuta un'idea per un nuovo racconto, è una storia sui ricordi, sull'amore e su quello che noi siamo per noi stessi. Non so se riuscirò mai a metterlo giù, però l'idea mi sembra buona. Cercherò degli spunti durante il viaggio, magari appunto le idee che mi vengono, altrimenti rischio di perdermi.
3 ore di volo. Siamo sopra un tappeto bianco di nuvole, è come essere in una stanza -enorme- con un pavimento lanuginoso, che però è anche il tetto per il piano di sotto. E' una sensazione stranissima. Dovremmo essere più o meno sulla Spagna, credo. Il tempo sembra bello, ma siccome non più piovere al contrario non ne sono sicuro, ma hanno tutta l'aria di essere nuvole buone.
Cosa triste, Starbucks in Portogallo non c'è. Sigh sigh sigh. spero ci sia qualche surrogato e spero, soprattutto abbiano del buon caffè. A colazione ci hanno dato un panino con dentro del prosciutto e sopra una specie di pasta dolce con del cocco e farina. Un po' stucchevole, ma avevo fame e così...ho pure tanto sonno, credo che farò un pisolo.
Lisbona Carmelita ore 11:20
Questa città mi ha investito. Sono un po' inebetito. E' di mille colori vivaci, ma secondo me per ora è lilla. All'aereoporto mi sembrava di essere a Miami, non so perché, forse perché c'era un bel sole. Ho preso l'autobus che mi ha portato in centro. L'hotel è in una zona molto centrale, ma non sono ancora riuscito ad andare in camera perché probabilmente non era ancora libera così ho mollato la valigia e sono andato a fare un giro. Ho seguito la via e sono arrivato nella piazza centrale della città -che non so ancora come si chiama- che dà direttamente sul mare.
Ho fatto un giro alla Fnac, dove ho sentito un po' di roba interessante. il sole ora è andato un po' via, sono seduto fuori dalla pastelleria Carmelita, ho preso un espresso (buono!) e una fetta di un dolce che ha tutto l'aspetto del salame di cioccolato, ma ha meno burro, credo sia fatto anche con la farina. Buono. Bel posto e i proprietari sono carini e gentili. Qui è tutto pieno di colori, anche i suoni hanno colori, si sente il Fado risuonare un po' ovunque insieme alla musica pop. E' strano. Sembra tutto molto vecchio e molto nuovo insieme. Però è bello. Devo tirare le 12 così adesso me ne starò seduto qui per un po' e poi andrò a prendere possesso della mia stanza così mi farò una pennica.
Jardim Esxtrella ore 17:50
Ho trovato l'i-pod touch! incredibile! Ho beccato per caso un centro Apple. Magari lo compro. La stanza è bellina, un po' piccola forse, ma è in ordine e pulita, il bagno è tutto bianco con qualche azulejos. La finestra si affaccia sulla strada principale piena di bar e ristoranti, di sera mi sa che è un po' rumorosa. Mi sono messo a dormire a tratti, però ho pure sognato che andavo in giro per Lisbona, ma siccome avevo dormito fino a tardi avevo sprecato la mia giornata così. Alla fine mi sono messo in marcia per non dare ragione al sogno.
Oggi in Restauradores c'era una manifestazione dei lavoratori, ho visto arrivare un supercorteo che si perdeva a vista d'occhio. Ho preso la metro, ma è complicatissimo fare i biglietti, cioè, non è vero, basta farlo una volta e poi lo ricarichi, io naturalmente non ci ho capito niente e ne ho fatti tre. Ora sono in un parco pieno di laghetti con le papere e di vecchietti seduti ai tavoli di pietra tra le palme che giocano a carte con le sedie che si sono portati da casa. Ora penso che prenderò il tram 28 che fa il giro del Bairro Alto e poi bho non so. Oggi non ho fatto il turista, ho dedicato il pomeriggio a me, a cercare di capire un po' la città, da domani farò il turista, oggi ho cercato di mimetizzarmi.
Albergo ore 23:55
Sono sveglio da non so quante ore, ma direi troppe e sono davvero distrutto. Il giro sul tram 28 non sono riuscito a farlo, era talmente pieno che la gente era appesa fuori. Così me la sono fatta a piedi. Sono andato a cena in un posto qui sotto un po' scrauso, ma il bacalau grigliato era buonissimo, pieno di aglio, ma ottimo e poi ho speso pochissimo.
Ho passeggiato un po' dopo, ci sono anche qui un sacco di musicisti di strada, ma molti cantano e suonano Fado, anche per strada, dai locali, risuona questa musica, poi giri l'angolo e e trovi il locale ultramoderno in cui canta Jennifer Lopez. Oggi sono giunto alla conclusione che sono rimasti a 20 anni fa, ma non lo dico in senso negativo, anzi.
Poi sono andato nel Bairro Alto, verso Chiado, e mi sono fermato in un bel localino a bere una birra e qui ha attaccato bottone Pedro, che mi ha chiesto se ero italiano perché avevo l'aspetto di un vero italiano, che ci facevo lì da solo, mi ha raccontato che fa il ballerino. Ero distrutto, così ho finito la mia birra e sono uscito e lui mi è venuto dietro, devo dire che mi sono un po' spaventato, però in realtà mi ha detto che doveva andare a casa anche lui, infatti a un certo punto ci siamo separati e salutati. Che gente strana. A un certo punto ho beccato un belvedere, Pedro mi ha indicato uno scorcio di paesaggio, il castello illuminato sotto le stelle, ho solo esclamato "wow" e poi mi ha detto ciao.
sul lungo fiume S.ta Apollonia 6 giugno 2008 ore 10:29
Ieri sera sono crollato, ho pure fatto dei sogni strani, tipo che il capo dell'hotel veniva da me per chiedermi di fargli vedere la foto della mia carta d'identità perché su quella che aveva lui non sembravo io.
Ho dormito fino alle 9, poi la sveglia mi ha buttato giù dal letto. Colazione abbondante e poi via, sandali, vista la bellissima giornata. Ho preso un bus che mi ha portato vicino alla stazione di Santa Apollonia, nella zona est della città, e da qui salirò fino al castello, credo sia una bella scarpinata. Mi sono fermato qui sul fiume, si perché Lisbona non è proprio sul mare, ma sulla sponda nord della foce del Tago. Infatti qui si sente l'odore del mare, ma è più dolce, un odore melmoso. Il lungo fiume/mare è un po' triste, forse perché tempo fa era questo il porto, si vedono navi mercantili arrugginite e lontano il ponte Vasco de Gama. Mi metto in cammino.
Castello de Sao Jorge, belvedere ore 13:08
Mi sono fatto una bella scarpinata. La giornata è davvero splendida, c'è un vento tiepido fantastico. sono salito su per le stradine dell'Alfama, un vecchio quartiere popolare. Sono stato investito da una miriade di suoni, odori e colori. Le casette sono coloratissime, con i panni stesi per strada, l'odore del pesce e del mare. la gente che canta e urla quando parla. Sono salito in cima al pantheon di Santa Engracia, dove c'è la tomba di Amalia Rodriguez, una famosissima cantante di fado. Era l'unica tomba piena di fiori, una simpatica signora li stava sistemando. La vista da sopra era bellissima anche se ho dovuto lottare con le mie vertigini.
Poi sono andato alla chiesa di Sao Vincente da Fora, la particolarità sono i chiostri, tutte le pareti sono coperte di azulejos, alcune rappresentano le fiabe di la Fontaine.
Non ho resistito al richiamo del caffè, così ho fatto una sosta al miradouro de Graça e ho ammirato la città. Mi emoziona.
Ed eccomi nel castello, per ora a dire la verità non sono ancora dentro, sto girando nella cittadella intorno al castello. Stanno allestendo il palco per un concerto di fado, c''è una specie di rassegna questo mese. Ora vado, mi mancano da vedere un mucchio di cose.
Albergo ore 17:37
Sono esausto, ma davvero soddisfatto. Il castello è molto carino, ma ne valeva la pena per il panorama, è un posto magico, c'era un tizio che suonava la chitarra e la musica riecheggiava ovunque mi trovassi, ho fatto un po' di giri, tante foto. Mi sono preso del tempo e poi ho iniziato la discesa.
Il museu de artes decorativas non è "una cosa da non perdere" come dice la guida, ne avrei fatto volentieri a meno. Ne vale la pena invece la vista dal miradouro de Santa Luzia. Sono sceso giù per i vicoletti, alcuni strettissimi, erano tutti addobbati con nastri colorati, tipo quelli che si usano per l'albero di Natale. Ho scoperto che il santo protettore di Lisbona e S. Vincente, ma loro amano di più S. Antonio, quello da Padova, che però era di Lisbona, tant'è che il 13 giugno, S.Antonio appunto, qui è festa, oddio non ci capisco più niente con tutti questi santi. Quindi si fa festa per i vicoli, per le strade,si beve la cerveja, evvai!
Infatti qui vicino c'è la chiesa di Sant'Antonio a Se, minuscola e costruita sul luogo in cui è nato il tipo, che parlava ai pesci..mha, non ho parole..
Lì vicino c'è la Sè che sarebbe la cattedrale di Lisbona. un po' disadorna, nulla di che. Ah! per fare un pezzetto di strada sono riuscito a salire sul mitico tram 28, solo per due fermate, ma posso dire di esserci salito!
Mi sono appena reso conto che sono abbronzato e penso che domani andrò al mare a Cascais. Stasera ho deciso che cenerò nel Bairro Alto. Vediamo sulla guida che c'è di buono.
Albergo ore 23:54
Ho mangiato da "Primavera de Jeronimo" una bettola/buco (avrà 20 coperti), con la cucina aperta, le piastrelle incrostate, ma dove ho mangiato un'orata alla griglia da orgasmo. Il Bairro Alto è pieno di vita, nulla di tumultuoso. ma è pieno di localini che vanno dai ristorantini alle birrerie in mezzo a minuscole vie. Per scendere ho preso l'elevador, una specie di tram che permettono di superare i dislivelli tra le varie colline, sono storti perché corrono su binari in grande pendenza, il giro durerà 3 minuti, però è così bello non dover scarpinare. Ho deciso: domani mare.
Sul treno per Cascais sabato 7 giugno 2008 ore 9:09
Sveglia prestino. Un po' traumatizzante ad essere sincero, però ora sono sul treno per Cascais, dovrebbe partire tra 10 minuti. Giornata bellissima, faceva un po' fresco quando sono uscito, ma confido nel resto della giornata. voglio godermi il mare, tutto per me, spero solo che non ci sia troppo casino. Non sono veramente rilassato come vorrei, ho l'ansia di dover tornare, che finirà tutto presto, non ho voglia di tornare nel merdaio ecc...invece dovrei rilassarmi e basta.
Cazzo! Ci mancavano i piccoli scout! Hanno dei bastoni con delle bandiere in cima, se me lo infilano in un occhio glielo infilo dove dico io! Bambinetti portoghesi del cazzo! Ma se loro sono ridicoli, lo sono ancora di più i loro accompagnatori che si vestono come me ai tempi dell'asilo, e poi i calzettoni alle ginocchia no, per favore!
In questi giorni ho scoperto che "saudade" non è solo un sentimento di tristezza e di malinconia, ma soprattutto un senso di struggimento e di insoddisfazione nei confronti del mondo, se è così ne sono sono afflitto, alla sono anche molto portoghese!
Praia da Raihna ore 11:39
Spiaggia. Caldo. Sole. Oceano. Ora sì che posso dire di essere davanti all'oceano. Ho pensato "wow...".
Cascais è molto bella. Dei 40 minuti in treno non me ne sono nemmeno accorto. L'odore del mare mi ha subito invaso il cervello. Sono andato a piedi alla Boca do Inferno, una insenatura con roccia a strapiombo sul mare, gabbiani, niente di davvero spettacolare, però affascinante, un po'magico, nel walkman risuonava "Dancing" e così mi sono pure commosso. Foto di rito e poi sono tornato, 2 chilometri, non tanto, ma ora inizio a sentirli.
Così sono arrivato in questa spiaggietta scavata nella roccia. Non c'è tanta folla, anzi è vivibile. Non ho capito se si può fare il bagno, qualcuno lo fa. Cascais secondo me è bella anche per passarci le vacanze, sembra una piccola città della Sardegna -anche se non ci sono mai stato-. L'acqua è pulita, la sabbia cosparsa di qualche scoglio è ancora umida, forse per l'alta marea. Bello. Sto bene.
Praia da Raihna ore 14:56
Il bagno non sono proprio riuscito a farlo, in compenso mi sto quasi scottato, pensavo di riuscire a fare a meno della protezione, invece sono dovuto andare a comprarla. Ho pranzato da Dom Pedro I, pesce, non avevo capito cosa mi consigliava il cameriere, alla fine era un bel branzino, intendo il pesce non il cameriere. Buonoooo!
Una anziana signora, penso tedesca, ha attaccato bottone perchè voleva che le togliessi il T9 dal telefono. Il ristorante è molto piccolo, ma c'era posto all'aperto, in un angolo del vicolo, mi è piaciuto molto, si stava bene all'aperto all'ombra di un albero col vento che continuava a soffiare.
Ora son qui in spiaggia, tutto unto, mi sento pronto per essere impanato e fritto. La spiaggia è un po' più affollata, ma è sempre piacevole, il mare sta risalendo a vista d'occhio, così la spiaggia è un po' più corta. Mi sembra che nulla possa perturbare la mia serenità in questo momento.
Oggi è solo un giorno
che forse non resterà
nemmeno nei ricordi
non resta che afferrarlo
finchè questo vento
non lo porterà via con sé.

mercoledì 21 maggio 2008

Lo stupore

Lo stupore è senza tempo,
vaga...bizzarro.
Amo quando si appoggia sul tuo viso,
tutto solo, senza motivo.

                                                                           (Elisa)

venerdì 9 maggio 2008

(alcune) Cose che so di me

Ho passato parecchi mesi in cui mi sentivo il cervello atrofizzato, invece sto ritrovando i pensieri. E' strano come a volte ci si ritrovi senza pensieri, magari con la voglia di tirarli fuori, poi basta una piccola pietra che scatena una valanga, una piena. Ho una terribile voglia di scrivere, mi nascono nuove idee, nuove immagini, nuovi suoni in testa, vorrei prendere in mano la penna e metterle giù, ma non ho mai tempo. Mi sento un po' pazzo, quasi un tossicomane di creativià, che deve farsi di quello che sente e vuole dire. Non so se quello che dico ha un senso, se arriva, se serve farmi capire e conoscere di più, magari non si capisce proprio un bel niente, però ho capito che non bisogna annientarsi, ma seguire quello che si sente di voler seguire.
Ho dei moti di pensieri, dele cose che vengono fuori nei momenti più impesati: mentre guido, mentre mangio, mentre guardo un film o ascolto una canzone, mentre me ne sto in silenzio, forse dovrei sempre girare con una penna, qualcosa su cui scrivere si trova. Mi ricordo che tempo fa scrivevo su qualsiasi cosa, usavo gli scontrini, memorizzavo sul telefono delle melodie, vorrei recuperare tutto questo. Ho ancora moti del genere, ma fose li ho anche soffocati per lasciare il posto "alle cose importanti". Ma io sono anche questo, quello che si distrae nei momenti in cui -forse- non dovrei, che sogna mentre vive e non solo quando dorme, che guarda le cose sotto punti di vista un po' strani -lo so-.
Mi piacciono tante cose strane -o forse no-: le luci di sera, Milano d'estate, tanto zucchero -ma proprio tanto- nel caffè, riascoltare una canzone anche 2000 volte fino a che non ne capisco il senso -o penso di averlo capito-; mi paice fare foto a tutto, a qualsiasi cosa o persona, alla luce, alle ombre, al niente, per fissare i pensieri di quel attimo, per ricordare, perchè il ricordo ci fa vivere; mi vergogno di me, anche se so che posso piacere, parlo poco ma scrivo tanto e per molti questa è una contraddizione -ma non è la sola-; mi perdo nei dettagli, nelle fessure delle cose e delle persone, cerco di andare sempre più nel microscopico, e forse mi perdo l'insieme; desidero spesso fare altre cose rispetto a quelle che faccio, perchè cerco sempre di non annoiarmi, ho bisogno di stimoli, spunti nuovi e ora sono arrivati perchè a quanto pare non riesco più a fermarmi, sembra mi stia esplodendo il cervello. Mi sono reso conto che sono talmente tanto irrequieto che cerco continuamente nuovi stimoli per i miei sensi, è per questo che divoro la musica, i libri, e poi -soprattutto- lo sguardo che vaga, se non vedessi -forse- non sarei così instancabile mentalmente. Ho realizzato che tutte le foto che ho sono legate a un pensiero, un ricordo di un attimo preciso, e insieme c'è un suono, una melodia. Non sono immagini, sono veri pezzi di quacosa che io chiamerei "me", così anche le cose che scrivo, sono immagini prima di tutto, con dei rumori, suoni. Tutto torna. E basta che un mio senso sia stuzzicato per far partire tutto un processo di creazione: però mi rendo conto che tutto parte dalla vista e dall'udito. Forse l'avevo fatto anche tempo fa questo discorso, ma ora riesco a vedere più chiaro, ad essere più consapevole della mia follia.
Mi piace fermare gli attimi, renderli immutabili, fotografarli sotto ogni punto di vista, perchè non siamo solo visioni piatte e più o meno colorate, ci sono altre dimensioni fatte di odore, suoni e pensieri, emozioni, che danno il volume alle cose, che le rendono tangibili e reali e che, forse, ci fanno sentire davvero vivi. Almeno per me funziona così. E ora mi fermo io perchè  altrimenti nessuno lo fa.

giovedì 8 maggio 2008

Yellow -Coldplay-

Look at the stars 
look how they shine for you 
and everything you do 
yeah they were all yellow 
I came along 
I wrote a song for you 
and all the things you do 
and it was called yellow 
So then I took my turn 
oh wh at a thing to have done 
and it was all yellow 
your skin 
oh yeah your skin and bones 
turn into something beautiful 
and you know 
you know I love you so 
you know I love you so 
I swam across 
I jumped across for you 
oh what a thing to do 
'cos you were all yellow 
I drew a line 
I drew a line for you 
oh what a thing to do 
and it was all yellow 
and your skin 
oh yeah your skin and bones 
turn into something beautiful 
and you know 
for you I bleed myself dry 
for you I bleed myself dry 
it's true 
look how they shine for you 
look how they shine for you 
look how they shine for 
look how they shine for you 
look how they shine for you 
look how they shine 
look at the stars 
look how they shine for you 
and all the things that you do

                                                                    (Coldplay)


Guarda le stelle 
guarda come brillano per te 
e per tutto ciò che fai, 
sì, erano tutte gialle 
Sono arrivato 
e ho scritto una canzone per te 
e per tutto ciò che fai, 
e si chiamava "giallo" 
e così ho colto la mia occasione 
oh, le cose che ho fatto.. 
ed era tutto giallo 
La tua pelle 
oh sì, la tua pelle e le tue ossa 
si sono trasformate in qualcosa di bellissimo 
Lo sai, lo sai che ti amo 
sai che ti amo 
Ho attraversato a nuoto 
Ho scavalcato per te 
oh, tutte le cose che fai.. 
perchè eri tutta gialla 
Ho tracciato una linea 
ho tracciato una linea per te 
oh, che cosa stupida da fare 
ed era tutta gialla 
La tua pelle 
oh sì, la tua pelle e le tue ossa 
si sono trasformate in qualcosa di bellissimo 
Lo sai che sanguino fino a seccarmi per te? 
Per te sanguino fino a seccarmi 
E' vero, guarda come brillano per te 
guarda come brillano per te 
guarda come brillano per te 
guarda come brillano per te 
Guarda le stelle, guarda come brillano per te