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martedì 26 agosto 2008

Evviva la vita

Da un po' di tempo ho deciso di realizzare alcuni miei desideri, mi sono reso conto che passiamo tanto tempo a pensare alle priorità, cerando di riempire la vita con piccole cose, dei surrogati di desideri più grandi che alla fine restano tali. Mi sono chiesto come sarebbe se riuscissimo a realizzare anche solo alcuni dei miei sogni o desideri. Alcuni sono anche banali, basterebbe un minimo di sbattimento per realizzarli, altri sono davvero al di fuori della mia portata, per via dei mezzi che sarebbero necessari, per altri basta volerlo o almeno provarci. 
Sono nel momento della mia vita in cui posso provare a riempire la mia vita di cose belle, di iniziare a creare i ricordi di domani. Ho deciso che questo farà bene a me, perchè la vota deve avere un significato che va al di là di qualsiasi altra, dell'amore, del lavoro, dei soldi, di tutto. Così ho pensato che la mia vita, quello che sono, che penso devono essere coccolati. Così per esempio ho iniziato, la cosa che più di ogni altra rappresenta questo momento è la scelta di legare la mia vita ad un altro essere vivente, e visto che un figlio per ora è un desiderio che va proprio oltre quei mezzi di cui parlavo prima, ho optato per un'altra forma di vita. Un cane, si chiamerà Yashal, che in lingua navajo vuol dire "evviva la vita", perchè sia un augurio per me e per lui. Perchè forse la vita non ha un vero senso, ha il senso che gli diamo noi e che noi dobbiamo gioirne sempre e che sta a noi renderla speciale. Per questo Yashal...

Your name is Yashal 
Strong like the mountain, Yashal 
You’re soft like snow, Yashal… 
Your're strong like the mountain, Yashal 
You’re soft like snow, Yashal…
                                                           (Elisa)

                                                      

lunedì 11 agosto 2008

Milano e le onde psicomagnetiche

Lunghi periodi da solo. La città si è svuotata all'improvviso, sembra che un incantesimo abbia fatto sparire tutti di punto in bianco. Milano in questi giorni è ancora bella, l'altra sera c'erano le stelle. Era tanto tempo che non mi fermavo a guardare il cielo di sera, tempo fa passavo tanto tempo col nasone all'in sù. Ci sono un sacco di cose che non faccio più, lo dico con un pizzico di amarezza. Vuol dire che sto crescendo? O che mi sto standardizzando alla normalità? E la mia testa per aria tra le nuvole? In realtà stranezze ne faccio ancora, solo che anche quelle evolvono, crescono con me, anche noi teste di cazzo subiamo un processo evolutivo. Darwin ha sempre ragione! Solo che oggi ho l'impressione di essermi appiattito, sarà la stanchezza, sarà la città vuota che mi fa acquisire più lucidità, come se i miei pensieri arrivassero più nitidi, senza l'interferenza dei pensieri altrui. Come onde radio, partono e arrivano, chissà che casino al mare adesso, con tutte quelle onde psicomagnetiche sulle spiaggie. Sarà per questo che amo la città d'estate, meno intereferenze, è forse l'unico periodo dell'anno in cui penso senza filtri, interferenze, fuori dai coglioni tutti!
Amo questa città, andando al lavoro me la sono fatta tutta, si girava bene in auto nonostante fosse sabato pomeriggio. Mi sono fermato a comprare un paio di scarpe, i commessi devono avere avuto paura perchè sono entrato e ho detto "voglio quelle", come se fossi un poliziotto dei telefim. Ho parcheggiato sui navigli e mangiato un gelato alla noce, che mi è sembrato il più buono del mondo in quel momento. L'autoradio a palla e un pazzo -io- che cantava come un pazzo, non so dire se ero felice, forse no, però stavo bene. Sto bene anche qui...

Milano -Alex Britti-



In un giorno come tanti, con il traffico nel centro
con 2 suore che camminano vicine in una piazza con un grande monumento
con l’america nei bar, con la moda sempre in festa
con la gente che lavora sempre troppo e una strana atmosfera di conquista
con i taxi sempre un po’ incazzati e i turisti anche loro un po’ d fretta
con sempre quella strana voglia d andar via perché altrove, forse, c’è qualcuno che ci aspetta
è milano, con i suoi 1.000 dialetti, con le settimane lunghe e con gli uffici,
con le abbronzature a 100.000 watt e con la vita appesa a 1.000 sacrifici
in un albergo verso il centro ci sto io e una finestra che s’affaccia sul cemento
mentre festeggio un anno d malinconia con la chitarra per dividere il momento
......anche qui può arrivare l’odore del mare a prendermi
...e se domenica non ho niente da fare farò i miei soliti due passi tra i palazzi
e faccio finta di star bene almeno un po’ anche se dentro invece cado a pezzi
e se avrò bisogno di dimenticare prenderò xpermano l’ansia e anche la rabbia
le accompagnerò per un aperitivo al bar e al punto giusto le abbandono tra la nebbia
in un albergo verso il centro c’è una donna, vive nel lusso ma con gli occhi tristi
anche stasera toglierà la gonna per regalarla ai soliti professionisti
......anche qui può arrivare l’odore del mare a prendermi