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mercoledì 23 dicembre 2009

Letterina a Babbo Natale

Caro Babbo Natale,
è da tanto che non ci sentiamo, forse non ti ho nemmeno mai scritto, ma tanto tu sei buono e mi perdonerai, anche perché non ti ho mai chiesto cose enormi. Anche quest anno non ho grossi desideri, ma solo tante speranze. La prima è che quelli del Grande Fratello spariscano in fretta perché mi creano solo tanta confusione, alla fine non capisco chi è donna, chi è uomo e chi trans.
Se puoi potresti far sciogliere presto la neve che mi ha ucciso tutte le piante dell’orto? Non sono arrabbiato, è solo che mi è costato tanto sudore, anche a Davide (che se non lo cito si arrabbia), e mi spiace vedere i finocchi -le verdure- mezzi morti. Non è che potresti far durare l’inverno un giorno solo, magari fai scendere una bella nevicata solo in quel giorno e poi parti subito con l’estate, te ne sarei davvero grato. Se poi ti senti più buono del solito fai in modo da non far creare il traffico, se ti può essere d’aiuto potrebbe essere sufficiente togliere la patente agli idioti.
L’altra cosa che vorrei chiederti è quella, se puoi, di far capire a chi voglio bene che gliene voglio davvero e che mi spiace se in questo periodo è sempre un po’ nervosa e scontrosa, che forse se parlasse di ciò che la fa stare male magari, dico magari, potrebbe andare meglio. Che partire in quarta non serve a nulla, che pensare già di non sopportare qualcuno nemmeno (e lei lo ha visto fare agli altri). Magari dalle la felicità che merita, così magari la smette di maltrattarmi. Falle capire che arrabbiarsi con chi le vuole bene non serve se non rovinare i rapporti.
infine, scusa se te lo dico, ma potresti cambiare il tuo abito da lavoro, quest anno va il viola, quindi metti via quello rosso, e vai da D&G a comprare il costumino, sono convinto che se non hanno la tua taglia te lo fanno su misura.
Con affetto 
Giorgio
PS: non mi sembra di averti chiesto tanto, anche perché per anni ti ho chiesto il cane, alla fine ci ho pensato da me, quindi vedi di darti da fare questa volta.



martedì 22 dicembre 2009

Bianco


Potrei iniziare dicendo che odio la neve, ma non mi farò prendere da questo sentimento che fa solo male al fegato in quanto organo detossificante. Sarebbe troppo facile parlare di quanto snervante sia il traffico generato dalla neve, dalla follia che prende gli automobilisti, di quante volte mi chiedo se è il cervello che si spegne mandato in tilt dal gelo o è più un effetto collaterale della polvere bianca. Potrei parlare di come è bello spalare la neve per liberare l’auto o dei pantaloni e dei calzini inzuppati nel momento stesso in cui esci di casa o ancora del mio orto sepolto dalla valanga. Potrei parlare di questo e molto altro, lanciando maledizioni e prenotando un volo per il Sudafrica per rimanerci fino alla fine di questo inverno di merda, ma non lo farò, no. Troppo facile.
Vorrei invece parlare di quello che tutto questo bianco accecante mi fa venire in mente, parlerò del bianco, delle vacanze estive tra case di mura di tufo dipinte con quella vernice bianca che se ti appoggi lascia il segno. Mi ricordo mia nonna che mi chiamava “Gioooooooooooorg.....!!!” perché io giocavo perso nei vicoli di quella cittadina del Sud come un cane randagio. Il bianco delle lenzuola stese al balcone di quella stessa casa che aveva due entrate e per andare a letto dovevi uscire fuori. 
Ricordo il bianco dei soffioni d’estate nei campi, alla voglia irrefrenabile di dover spargere quel bianco con un soffio per vedere fin quanto lontano poteva arrivare. O il bianco dei quaderni riempiti a scuola, com la testa di lato poggiata su un braccio, con gli occhi quasi appiccicati al foglio rivolti al soffitto per trovare il pensierino più originale. 
E poi ancora il bianco di certe onde al mare che si confondevano con le nuvole e di quanto mi piaceva quel vento. Quanto tempo passato in acqua ad aspettare l’onda più alta da saltare fino a quando mia madre non urlava “Giooooooorg...!” perchè le dita non erano ormai rugose e viola, ma questo questo è un altro colore.

martedì 8 dicembre 2009

Movimenti tellurici

È da qualche giorno che avverto un movimento intestinale che sale fino al cuore. Non è dissenteria, la riconoscerei. Si tratta di quella cosa che sento quando so che devo buttare fuori qualcosa, e ancora una volta vi assicuro che non è quella cosa lì. Mi verrebbe da dire che è più qualcosa di buono, ma potrei essere frainteso.
Sarà che sto vivendo uno dei momenti che amo di più, scrivere, ascoltando musica, e sorseggiando del the, prendendomi il tempo, lasciando spazio e tempo ai pensieri per venire a galla. La trovo una sensazione bellissima ed è ancora più intensa proprio perché era tanto che non succedeva. Come un bacio dato alla persona amata dopo tanto tempo e che sembra sempre più bello.
Oggi mio papà ha montato un tavolo e la scrivania, domani appenderò alcune stampe, la casa prende forma, sento forte la sensazione di vedere spuntare le radici dai piedi e mi prende un po’ di angoscia.
Penso “chi l’avrebbe mai detto”, a come vorrei poterlo raccontare, poter avere la possibilità di condividere questa felicità con lei. È a questo punto che mi sento solo e mi soffoco la lacrimuccia, che poi dicono che piango sempre, ma non è vero. Solo ogni tanto. Chissà che il movimento tellurico non fosse solo la lacrimuccia, allora mi chiedo perché non è uscita prima anziché fare tutto questo casino?!

giovedì 26 novembre 2009

La libertà...

Ieri sera tornando a casa dal lavoro mi sono reso conto che la mia vita è proprio cambiata. In quei pochi minuti di strada, visto che abito attaccato al lavoro, mi sono reso conto di quanto la felicità possa essere così a portata di mano e quanto spesso bisogna superare prove e ostacoli per raggiungerla. Non sono di quelli che pensano che la sofferenza serva per espiare i propri peccati, anzi, ma penso che poter fare quello che ci piace fare, quello che da sempre abbiamo desiderato, che ci fa stare bene, sia un diritto, un traguardo che riempie. A volte però si deve un po’ faticare per arrivare, e ne vale spesso la pena.
Così mi fa stare bene stare qui seduto, davanti al caffèlatte, a scrivere, sapendo che lavorerò di pomeriggio dopo aver dormito 12 ore di fila. Che non ho scadenze o esami da fare, che posso mandare a cagare certe cose o persone in diretta senza passare dal via, che posso stare bene così, che posso pensare adesso a me, a Yashal e alla casa e tutto il resto . È forse questa la libertà? Non lo so, però se lo è a me piace tanto.

lunedì 2 novembre 2009

Lamento

Sono sull’isterico andante. Parlo da solo e mi rispondo. Poi questa pioggia che cade come se dovesse prendere a sberle la terra mi butta giu ancora di più e mi infastidisce. Per colpa sua sento freddo ovunque, spero che la mia tazza di the, mi scaldi, altrimenti passerò alla fase successiva, coperta e caloriferi a manetta. Fa proprio freddo e si sente quell’umidità che penetra nelle ossa e le spacca.
È il primo inverno nella nuova casa, semivuota, ma che prevedo presto di iniziare a riempire delle solite cose inutili. Ho im mente delle belle cose, semplici, ma belle, voglio una grande libreria, per metterci tutti i libri che ho ancora a casa dei miei, so che mia mamma non vede l’ora di liberarsene.
Sento tanto silenzio, non c’è nemmeno la radio che va, mi sa che anche Yashal si è accorto della differenza, è più coccoloso e calmo del solito, come se cercasse lui di scaldarmi, almeno lui...
E poi questo buio che arriva prima ancora che uno se ne accorga, che palle. Non si può appendere in cielo una lampadona enorme che faccia luce come il sole ?!? Quanto potrà costare mai? La mettiamo a basso consumo così la cifra suddivisa per 6 miliardi di persone viene una sciocchezza a testa, mi sembra la soluzione ideale.
Mi rendo conto che questo intervento è un lamento unico, però, oggi va così, sopportatemi, vi prego.

venerdì 25 settembre 2009

Amore dopo amore

Tempo verrà
in cui, con esultanza,
saluterai te stesso arrivato
alla tua porta, nel tuo proprio specchio,
e ognuno sorriderà al benvenuto dell’altro,

e dirà: Siedi qui. Mangia.
Amerai di nuovo lo straniero che era il tuo Io.
Offri Vino. Offri pane. Rendi il cuore
a se stesso, allo straniero che ti ha amato

per tutta la vita, che hai ignorato
per un altro e che ti sa a memoria.
Dallo scaffale tira giù le lettere d’amore,

le fotografie, le note disperate,
sbuccia via dallo specchio la tua immagine.
Siediti. È festa: la tua vita è in tavola.

                                                               (Derek Walcott)

giovedì 3 settembre 2009

La densità delle cose (piccolo delirio casalingo)

La densità di cose da fare aumenta fino a creare una sorta di blocco, un coagulo, che mi sembra difficile da rompere. Un tappo difficile da togliere. Vado per priorità:
-studiare per togliermi dai piedi questo esame che mi fa fare degli incubi che fanno assomigliare il mio mondo al Paese delle meraviglie.
-lavori in una casa che prende piano piano forma e personalità, ho in mente tante cose, ma pochi soldi, così devo fare le cose a pezzi. E poi la burocrazie soffoca, a volte penso che potrei fondare un’agenzia per gestione burocratica casalinga, la chiamerei “TE LO FACCIO IO”. Chiami e hai una persona che ti va a fare i documenti per fare le domande del gas, della luce, del telefono, dell’immondizia ecchipiùnehapiùnemetta.
-progetti futuri: ho in mente sempre un mucchio di cose da scrivere, leggere, fare, andare, dire, vedere, scattare...vorrei poter fare tutte queste cose senza doverle rimandare per impegni e pigrizia...ma “Odio et amo” l’ozio.


Ancora 10 giorni di questo strazio e poi inizia lo strazio tesi, una delle cose più inutili che esistano, giusto per farti perdere un po’ di capelli, farti spendere soldi, e far sì che tu abbia un ultimo picco di stress così che ti possa davvero frantumare e disperdere al vento i coglioni già crepati e smaronati da anni di ulteriori rotture di palle. Ho reso l’idea?

venerdì 14 agosto 2009

Ritorno al presente



Eccomi tornato, il sito prende sempre più forma, sto facendo un sacco di trasloschi: veri e virtuali. Sto cambiando casa in quel di Ponte, è una casa bella, un po’ come la avrei voluta: col giardino bello grande per fare correre Yashal (che mi sembra contento e ha già trovato il suo angolo-cacca-pipì preferito), con spazio per l’orto, una stanza in più per farne una specie di studio, un salone grande con una grande parete rossa. È faticoso però, tante cose a cui pensare, o meglio, a cui non avevo pensato, dettagli che però fanno grandi differenze, come progettare la cucina o incastrare l’idraulico con l’elettricista.
Poi c’è il trasloco del sito, mi sto facendo dei grandi viaggi mentali, rileggendo di volta in volta quello che ho scritto, Claudia mi ha chiesto se sono ancora cose che penso e provo visto che è passato tanto tempo, mi viene da dire no, ma poi direi sì. Fondamentalmente resto io, non rinnego nulla di quello che ho scritto (e quindi pensato, detto e provato), ma è innegabile che poi si cambia e probabilmente in situazioni analoghe ore, farei scelte diverse o vedrei le cose diversamente. Mi sono anche reso conto di quante cose sospese e non dette ho lasciato in passato, solo col tempo ho imparato ad aprirmi e dire le cose senza filtri, per quanto possibile. 
Poi c’è il trasloco di intenti, dei progetti da realizzare e che continuo a rimandare, dov’è finita la mia capacità organizzativa? Un tempo riuscivo a pianificare tutto, mi davo delle priorità, oggi non ci riesco più. Sono cambiato davvero così tanto o ho solo mandato a puttane alcuni aspetti di me? Voglio fare tutte queste cose....vi aggiornerò di ogni cosa. Promesso.

venerdì 24 aprile 2009

Souper Trouper -Abba-



Super Trouper 
beams are gonna blind me 
but I won't feel blue 
like I always do 
'cause somewhere in the 
crowd there's you 
I was sick and tired 
of everything 
when I called you 
last night from Glasgow 
all I do is eat 
and sleep and sing 
wishing every show 
was the last show 
so imagine I was 
glad to hear you're coming 
suddenly I feel all right 
and it's gonna be 
so different when 
I'm on the stage tonight 
Tonight the 
Super Trouper 
lights are gonna find me 
shining like the sun 
smiling, having fun 
feeling like a number one 
tonight the 
Super Trouper 
beams are gonna blind me 
but I won't feel blue 
like I always do 
'cause somewhere in the 
crowd there's you 
Facing twenty thousand 
of your friends 
how can anyone 
be so lonely 
part of a success 
that never ends 
still I'm thinking 
about you only 
there are moments when I 
think I'm going crazy 
but it's gonna be alright 
everything will be 
so different when 
I'm on the stage tonight 
Tonight the 
Super Trouper 
lights are gonna find me 
shining like the sun 
smiling, having fun 
feeling like a number one 
tonight the 
Super Trouper 
beams are gonna blind me 
but I won't feel blue 
like I always do 
'cause somewhere in the 
crowd there's you 
So I'll be there 
when you arrive 
the sight of you 
will prove to me 
I'm still alive 
and when you take 
me in your arms 
and hold me tight 
I know it's gonna 
mean so much tonight 
Tonight the 
Super Trouper 
lights are gonna find me 
shining like the sun 
smiling, having fun 
feeling like a number one 
tonight the 
Super Trouper 
beams are gonna blind me 
but I won't feel blue 
like I always do 
'cause somewhere in the 
crowd there's you
                                                                 (Abba)    A Yashal

Super artista di strada 
i raggi mi accecheranno 
ma non mi sentirò triste 
come faccio sempre 
perchè da qualche parte 
nella folla, ci sei tu 
ero stanco e stufo di tutto 
quando ti ho chiamato 
la scorsa notte da Glasgow 
tutto quello che faccio 
è mangiare e dormire e cantare 
sperando che ogni spettacolo 
sia l'ultimo spettacolo 
quindi immagina quanto fossi 
felice di sentire che stavi venendo 
improvvisamente mi sento bene 
e sarà tutto così diverso quando 
sarò sul palco, stanotte 
stanotte le luci dell'artista di strada 
mi troveranno a splendere come il sole 
sorridendo, divertendomi 
sentendomi il numero uno 
stanotte i raggi dell'artista di strada 
mi accecheranno ma non mi sentirò triste 
come faccio sempre 
perchè da qualche parte 
nella folla, ci sarai tu 
affrontando ventimila dei tuoi amici 
come può chiunque essere così solo 
parte di un successo che non finisce mai 
penso ancora solo a te 
ci sono momenti in cui penso di impazzire 
ma tutto andrò bene 
e sarà tutto così diverso quando 
sarò sul palco, stanotte 
stanotte le luci dell'artista di strada 
mi troveranno a splendere come il sole 
sorridendo, divertendomi 
sentendomi il numero uno 
stanotte i raggi dell'artista di strada 
mi accecheranno ma non mi sentirò triste 
come faccio sempre 
perchè da qualche parte 
nella folla, ci sarai tu 
quindi sarò lì quando arriverai 
la vista di te mi dimostrerà 
che sono ancora vivo 
e quando mi prenderai tra le tue braccia 
e mi stringerai forte 
so che significherà per me 
così tanto, stanotte 
stanotte le luci dell'artista di strada 
mi troveranno a splendere come il sole 
sorridendo, divertendomi 
sentendomi il numero uno 
stanotte i raggi dell'artista di strada 
mi accecheranno ma non mi sentirò triste 
come faccio sempre 
perchè da qualche parte 
nella folla, ci sarai tu

giovedì 23 aprile 2009

Cose senza senso

A volte mi sembra di essere come una bolla di sapone, pronto ad esplodere, ma non in senso distruttivo, anzi. E' un'esplosione di immagini, di parole, di pensieri, di tante cose da condividere, una specie di fuoco d'artificio. Come in primavera esplodono i fiori, i colori, la luce. In questi giorni canto a squarciagola, voglio andare ad Amici, e poi quando ho finito sentire cosa dicono la Di Michele e Jurman e poi ridergli a bocca larga davanti, perchè non me ne frega niente, voglio solo fare cose, anche senza senso. Una cosa che vorrei fare da tempo è saltellare per strada cantando le canzoni dei musical, tipo cantare "con un poco di zucchero la pillola va giù" ammiccando ai passanti, sarebbe bello, morirei dal ridere. Voglio fare cose stupide, senza senso, come vagare per la città, solo per godermela, per vedere la gente, così diversa da me, persone anche tanto diverse tra loro. A me basta così, senza un vero senso, sarebbe bellissimo vivere per vivere, non per fare delle cose o diventare qualcosa o qualcuno, ma non si può a quanto pare.
Fare cose stupide e senza senso da un grande senso di libertà, ma mi chiedo se poi sia davvero così. La risposta non ce l'ho, mi viene da rispondere di sì o per lo meno darebbe un po' di ossigeno, una bella boccata di vita, quella vera. Come dice qualcuno "c'è sempre un buon motivo per fare una cosa stupida"...

Cose senza senso

A volte mi sembra di essere come una bolla di sapone, pronto ad esplodere, ma non in senso distruttivo, anzi. E' un'esplosione di immagini, di parole, di pensieri, di tante cose da condividere, una specie di fuoco d'artificio. Come in primavera esplodono i fiori, i colori, la luce. In questi giorni canto a squarciagola, voglio andare ad Amici, e poi quando ho finito sentire cosa dicono la Di Michele e Jurman e poi ridergli a bocca larga davanti, perchè non me ne frega niente, voglio solo fare cose, anche senza senso. Una cosa che vorrei fare da tempo è saltellare per strada cantando le canzoni dei musical, tipo cantare "con un poco di zucchero la pillola va giù" ammiccando ai passanti, sarebbe bello, morirei dal ridere. Voglio fare cose stupide, senza senso, come vagare per la città, solo per godermela, per vedere la gente, così diversa da me, persone anche tanto diverse tra loro. A me basta così, senza un vero senso, sarebbe bellissimo vivere per vivere, non per fare delle cose o diventare qualcosa o qualcuno, ma non si può a quanto pare.
Fare cose stupide e senza senso da un grande senso di libertà, ma mi chiedo se poi sia davvero così. La risposta non ce l'ho, mi viene da rispondere di sì o per lo meno darebbe un po' di ossigeno, una bella boccata di vita, quella vera. Come dice qualcuno "c'è sempre un buon motivo per fare una cosa stupida"...

giovedì 16 aprile 2009

Senza filtri

L'altro giorno sono andato al parco con Yashal. Ero felice, anche lui sembrava felice. Io sulla mia panchina, lui a correre e ad annusare l'aria calda, o forse sono io che filtro la sua felicità attraverso la mia. Magari a lui non gliene frega nulla, eppure qualcosa c'è. Ero felice per il sole, per l'aria calda, per il fatto di non dover indossare maglioni e cappotti, finalmente. Ho pensato che forse lui è davvero felice, con quello sguardo e una sorta di sorriso che forse vedo solo io. Nella prossima vita vorrei rinascere cane perchè loro possono fare tutto quello che vogliono, non hanno paura dei giudizi: cagano e pisciano davanti agli altri senza vergogna, si leccano i genitali, se uno gli sta sulle palle lo fanno capire senza troppi problemi ecc. Ecco, io li invidio, vivere senza filtri, senza schemi, ma solo seguendo i propri bisogni, senza paura dei giudizi, e poi è bello vedere che sono felici solo per una corsa al parco, al sole, all'inizio della primavera. Non so se loro provano felicità o se la vedo io, però secondo me è così, il sorriso del mio cane me lo dice, anche se lo vedo solo io, anche se è solo un'invenzione della mia testa, mi piace crederlo.


giovedì 2 aprile 2009

...peggio di così...

In questi giorni riflettevo su un po' di cose. Una fra tutte: quante cose brutte nel mondo. La prima è la sveglia la mattina, è una pugnalata, una specie di ceffone che mi fa fischiare le orecchie, lì il mio umore è già nero, se da quel momento all'arrivo al lavoro non succede niente di bello allora la giornata resterà brutta fino alla sua fine.
Basta poco, non trovare parcheggio per esempio, oppure non riuscire a trovare nelle tasche il badge, ma il vero momento di svolta è uno solo, quello che può cancellare tutte le cose brutte che possono essere successe fino a quel momento. Il caffè. Se la macchinetta non funziona, basta è fatta, sarà una giornata nera, peggio del giorno in cui è iniziata la crisi economica. Eppure è sempre così in questi giorni, o manca l'acqua o c'è l'omino che sta facendo manutenzione alle 8 del mattino, si perchè se c'è da fare manutenzione l'omino arriva proprio quando tu hai bisogno del caffè.
E da lì iniziano a cascata tutta una serie di eventi, la divisa che si strappa esattamente sulla cucitura del culo, il cesso sempre occupato proprio quando hai un attacco di cagotto, i pazienti che ti rompono l'anima e ti fanno le domande più assurde, i tuoi capi che ti cazziano, la pausa che salta, la giornata più lunga della tua vita, senza pietà. A volte sembra che ci sia un barlume, qualcosa che potrebbe farti sperare in un pomeriggio migliore, come le brioches di qualche collega per festeggiare il suo compleanno, e invece nemmeno quelle, nemmeno un po' di dolcezza. Senza pietà. Capiterà il collega tirchio e che fa finta che quello sia un giorno come tutti gli altri e che quando gli fai gli auguri ti dirà : "ma dai a saperlo che vi ricordavate portavo qualcosa". Grrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr.
Finalmente arriva l'ora di uscire, di andare a casa, finalmente....esci sconsolato, pronto a staccare la mano a morsi al primo che ti chiede com'è andata la giornata. Troverai i semafori tutti rossi, due incidenti che ti bloccheranno per 45 minuti l'uno. Naturalmente devi girare 25 minuti prima di trovare un parcheggio e quando lo trovi è sicuramente quello più lontano. Ti avvii sconsolato a casa, pronto a chiudere quella giornata, quasi fiducioso che peggio di così non può andare, ma un acquazzone ti coglierà proprio lì, appena chiusa la macchina. A quel punto non mangi, vuoi rischiare qualche intossicazione? Meglio andare a letto, dormirci su, che tanto peggio di così...ma peggio di così esiste sempre...

venerdì 20 marzo 2009

Ricordati di tirare l’acqua

Tanti addii in questo periodo, tante persone se ne vanno, sarà sciocco, ma mi sento abbandonato. Come mi ha detto qualcuno, è normale che le vite altrui cambino e che non sempre coincidano con quello che noi abbiamo desiderato o come noi vedevamo la nostra vita nell'insieme. E' sempre tutto normale e mi ci abituerò, anche la mia vita potrebbe prendere una piega che potrebbe in qualche modo far nascere gli stessi sentimenti negli altri.
Questo periodo è una specie di Purgatorio in cui accadono tante cose che lasciano segni importanti, alcune fanno solo riflettere, altre feriscono, anche tanto. Alcune sono solo vissute passivamente e non si può che accettarle. Sarò noioso, ma credo sempre di più alla frase "niente è per sempre". Alcune cose si perdono, inevitabilmente, altre sta a noi tenerle strette. Magari poi sono un muro di cazzate, le cose accadono perchè ognuno egoisticamente pensa a se, e va bene così. L'unica cosa che mi viene da pensare è che a volte forse è come tirare lo sciacquone (si scrive così?). Sì, a volte mi sembra proprio che qualcuno prenda quello che è un rapporto con i suoi sentimenti e tiri lo scarico, ma come non ricordare che che gli alla fine di tutto gli stronzi galleggiano sempre.

sabato 7 febbraio 2009

Vivere e Morire

Non si ha nemmeno più il diritto di morire. Non si può fare più fare niente, nemmeno piangere, che è poi la prima cosa che facciamo quando nasciamo. La prima in assoluto, prima di mangiare, prima di fare la pipì, piangiamo, è il primo grande respiro, la disperazione per essere giunti in questo mondo, dove si nasce, ma non si può morire. Penso a Eluana, senza pace, gliela regalerei io la pace se si potesse, ma se lo fai poi arriva Berlusconi. Mi sorprende sempre quell'uomo, fa decreti su decreti, e li vuole subito e se Napolitano non li approva, chissenefrega, tanto si fa lo stesso. 
E poi ci si mette il papa con i suoi boys che mi danno solo il voltastomaco, mi sembrano tante pettegole che non hanno niente da fare che dire hai vicini cosa devono fare e cosa no. Credo che si comportino così perchè non hanno un cazzo da fare a casa loro, iniziassero a farsi un paio di seghe vere al posto di quelle mentali e vedi che se stanno zitti e buoni. E sempre Berlusconi che fa il finto Don Abbondio insieme a quella checca isterica di Giuseppe. Mi sono sempre chiesto com'è questa storia che in Italia ci sono due governi, uno finto di ladri e quello fantasma di uomini in gonnella. E tutti e due devono decidere per gli altri anche le cose più personali.
Nutro un profondo rispetto per Eluana, se potessi farei io tutto quello che nessuno ha fatto finora. E' triste che tutti litighino e cerchino di apparire, di fare, e nessuno pensa a quello che lei potrebbe volere. Io credo che se il padre lotta tanto è perchè ha compreso cosa sua figlia vorrebbe e io lo appoggio. Mi auguro che in tutto ciò qualcuno pensi a questo. A lei. A quello che lei vuole davvero. Non so com'era prima, però, non so perchè, ho la sensazione che avrebbe lottato per prendersi la sua libertà, perchè ognuno è libero di vivere o morire.

mercoledì 28 gennaio 2009

Aspetto una domanda -Niccolò Agliardi-



- Ma tu non parli mai.
- E cosa dovrei dirti?
- Tu non parli mai.
- Non so come affrontarti.
- Tu non parli mai.
- Ma io non ti conosco e, se anche fosse, 
le parole le ho perdute sulle scale.
- Ma tu non parli mai.
- E tu fammi una domanda.
- Tu non parli mai.
- Ti ho detto: “fammi una domanda”.
- Lo vedi come sei?
- Io vedo che son solo contro te che sei un gigante.
E più mi metti fretta, e più non dico niente.
- Tu non parli mai.
- E' la voce che mi frega.
- Perché, cos'è che hai?
- Quel che è silenzio non si spiega.
- Tu non parli mai.
- La mamma che non torna e tu che non l'aspetti.
E l'aria che si ferma e tu che non la smetti…
CAMMINO QUASSù.
NESSUNO LO SA
SUI TETTI, DI QUESTA CITTà.
- Tu non parli mai.
- Andiamo avanti ancora?
- Finchè non parlerai.
- Così, però, ho paura.
- Che male che mi fai…
- Le vite scombinate, un dritto e due rovesci;
le virgole sbagliate, e tu che non capisci…
che volevo fare calcio e non volevo fare nuoto
Che ci assomigliamo tanto ma se, un giorno sono nato,
è per essere diverso da chiunque, anche da te.
Siamo dello stesso sangue. Ma non sono come te.
E tra tutte le parole che potevi usare e hai,
ora sai soltanto dirmi “tu non parli mai”. Tu non parli mai…
CAMMINO LASSù , 
NESSUNO SA 
CHE BELLA E' LA VITA DA QUA. 
CAMMINO LASSù,
SUI TETTI STA
LA VITA CHE SOTTO NON VA.
CAMMINO LASSù
NESSUNO LO SA
LA VOCE VERRà.
- Tu non parli mai.
- Aspetto una domanda?
- Tu non parli mai.
- Ti sembra questa una domanda?
- Un giorno crescerai…
- io faccio del mio meglio, col tuo riso che è un po' scotto;
ma se ci metto il burro diventerà perfetto.
Sarà perfetto. Papà, è perfetto.

                                                                     (N. Agliardi)

domenica 18 gennaio 2009

Uno di quei giorni

La vita cambia. Che novità direte. Invece non è così immediato, a volte diventa evidente quando si accumulano tante piccole novità, tante cose, che insieme fanno fare una sorta di salto in avanti. E' come raggiungere un livello nuovo in un videogioco. E' qualcosa che già conosci, ma allo stesso tempo è nuovo. Mi piace questa cosa, perchè in qualche modo fa sì che ci si possa sorprendere sempre, da nuovo entusiasmo, che poi è la benzina che serve per poter fare le cose, per non deprimersi se tutto non va proprio come avevamo immaginato.
Non so se capita anche a voi così, ma ho l'impressione che più cresco più le cose diventano piccole e strette, come se si restringesse il campo d'azione della mia mente, come se tutto quello che prima contava, conta meno o comunque si disossano i pensieri e resta tutto ciò che conta davvero. Una manciata di cose da difendere. Questo è quello che resta e non lo dico con rammarico, anzi, sono contento di riuscire a vedere con questi occhi, come se con il tempo si acquisisse una sorta di filtro.
Non voglio che sembri un discorso da guru o maestro del cazzo, dico solo quello che ho impressione di percepire. Le novità arrivano a ventate, sorprendono, come lacrime che escono all'improvviso per un'emozione ritrovata. All'improvviso afferri il senso di tutto quello che fino a quel momento hai cercato di capire con ogni forza, metti ordine in un disordine solo apparente. Accade così, all'improvviso, le pupille si dilatano e tutto è chiaro. Oggi è uno di quei giorni in cui si svelano le cose, si scopre che qualcosa è cambiato, si sorride e si va avanti.

domenica 11 gennaio 2009

La forza centrifuga

Mi sono svegliato con un umore strano. Non intrattabile, ma di certo preferisco starmene per conto mio. Ci sono un mucchio di idee, poco tempo, indi grande frustrazione. Vorrei rimettere mano ai miei scritti, iniziare a rendere qualcosa definitivo, sento fortissimo questo desiderio. Mai ho sentito così questa cosa, o meglio ora sento una sorta di forza verso l'esterno, come se dovessi prendere e buttare fuori. Prima tutto era rivolto verso l'interno, prendevo ciò che mi arrivava da fuori e lo rielaboravo. Adesso ho la sensazione di fare il processo inverso, prendo le cose che arrivano da me, le rielaboro e le butto fuori. Non so se è un bene o un male, io ho la sensazione che è bello così, c'è più scambio tra me e gli altri. Forse si dovrebbe solo imparare a fare entrambe le cose, ma adesso non ci allarghiamo, una cosa per volta.
Sto sperimentando tante cose nuove, mi rendo conto solo ora che sono stato più chiuso mentalmente di quanto pensassi. Ora invece proprio per questa propensione verso l'esterno mi sento molto aperto, ho in mente tante cose, idee, pensieri che voglio buttare fuori. Ne sento la necessità, manca solo il tempo o forse basta solo iniziare.