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mercoledì 28 gennaio 2009

Aspetto una domanda -Niccolò Agliardi-



- Ma tu non parli mai.
- E cosa dovrei dirti?
- Tu non parli mai.
- Non so come affrontarti.
- Tu non parli mai.
- Ma io non ti conosco e, se anche fosse, 
le parole le ho perdute sulle scale.
- Ma tu non parli mai.
- E tu fammi una domanda.
- Tu non parli mai.
- Ti ho detto: “fammi una domanda”.
- Lo vedi come sei?
- Io vedo che son solo contro te che sei un gigante.
E più mi metti fretta, e più non dico niente.
- Tu non parli mai.
- E' la voce che mi frega.
- Perché, cos'è che hai?
- Quel che è silenzio non si spiega.
- Tu non parli mai.
- La mamma che non torna e tu che non l'aspetti.
E l'aria che si ferma e tu che non la smetti…
CAMMINO QUASSù.
NESSUNO LO SA
SUI TETTI, DI QUESTA CITTà.
- Tu non parli mai.
- Andiamo avanti ancora?
- Finchè non parlerai.
- Così, però, ho paura.
- Che male che mi fai…
- Le vite scombinate, un dritto e due rovesci;
le virgole sbagliate, e tu che non capisci…
che volevo fare calcio e non volevo fare nuoto
Che ci assomigliamo tanto ma se, un giorno sono nato,
è per essere diverso da chiunque, anche da te.
Siamo dello stesso sangue. Ma non sono come te.
E tra tutte le parole che potevi usare e hai,
ora sai soltanto dirmi “tu non parli mai”. Tu non parli mai…
CAMMINO LASSù , 
NESSUNO SA 
CHE BELLA E' LA VITA DA QUA. 
CAMMINO LASSù,
SUI TETTI STA
LA VITA CHE SOTTO NON VA.
CAMMINO LASSù
NESSUNO LO SA
LA VOCE VERRà.
- Tu non parli mai.
- Aspetto una domanda?
- Tu non parli mai.
- Ti sembra questa una domanda?
- Un giorno crescerai…
- io faccio del mio meglio, col tuo riso che è un po' scotto;
ma se ci metto il burro diventerà perfetto.
Sarà perfetto. Papà, è perfetto.

                                                                     (N. Agliardi)

domenica 18 gennaio 2009

Uno di quei giorni

La vita cambia. Che novità direte. Invece non è così immediato, a volte diventa evidente quando si accumulano tante piccole novità, tante cose, che insieme fanno fare una sorta di salto in avanti. E' come raggiungere un livello nuovo in un videogioco. E' qualcosa che già conosci, ma allo stesso tempo è nuovo. Mi piace questa cosa, perchè in qualche modo fa sì che ci si possa sorprendere sempre, da nuovo entusiasmo, che poi è la benzina che serve per poter fare le cose, per non deprimersi se tutto non va proprio come avevamo immaginato.
Non so se capita anche a voi così, ma ho l'impressione che più cresco più le cose diventano piccole e strette, come se si restringesse il campo d'azione della mia mente, come se tutto quello che prima contava, conta meno o comunque si disossano i pensieri e resta tutto ciò che conta davvero. Una manciata di cose da difendere. Questo è quello che resta e non lo dico con rammarico, anzi, sono contento di riuscire a vedere con questi occhi, come se con il tempo si acquisisse una sorta di filtro.
Non voglio che sembri un discorso da guru o maestro del cazzo, dico solo quello che ho impressione di percepire. Le novità arrivano a ventate, sorprendono, come lacrime che escono all'improvviso per un'emozione ritrovata. All'improvviso afferri il senso di tutto quello che fino a quel momento hai cercato di capire con ogni forza, metti ordine in un disordine solo apparente. Accade così, all'improvviso, le pupille si dilatano e tutto è chiaro. Oggi è uno di quei giorni in cui si svelano le cose, si scopre che qualcosa è cambiato, si sorride e si va avanti.

domenica 11 gennaio 2009

La forza centrifuga

Mi sono svegliato con un umore strano. Non intrattabile, ma di certo preferisco starmene per conto mio. Ci sono un mucchio di idee, poco tempo, indi grande frustrazione. Vorrei rimettere mano ai miei scritti, iniziare a rendere qualcosa definitivo, sento fortissimo questo desiderio. Mai ho sentito così questa cosa, o meglio ora sento una sorta di forza verso l'esterno, come se dovessi prendere e buttare fuori. Prima tutto era rivolto verso l'interno, prendevo ciò che mi arrivava da fuori e lo rielaboravo. Adesso ho la sensazione di fare il processo inverso, prendo le cose che arrivano da me, le rielaboro e le butto fuori. Non so se è un bene o un male, io ho la sensazione che è bello così, c'è più scambio tra me e gli altri. Forse si dovrebbe solo imparare a fare entrambe le cose, ma adesso non ci allarghiamo, una cosa per volta.
Sto sperimentando tante cose nuove, mi rendo conto solo ora che sono stato più chiuso mentalmente di quanto pensassi. Ora invece proprio per questa propensione verso l'esterno mi sento molto aperto, ho in mente tante cose, idee, pensieri che voglio buttare fuori. Ne sento la necessità, manca solo il tempo o forse basta solo iniziare.