Ieri sera tornando a casa dal lavoro mi sono reso conto che la mia vita è proprio cambiata. In quei pochi minuti di strada, visto che abito attaccato al lavoro, mi sono reso conto di quanto la felicità possa essere così a portata di mano e quanto spesso bisogna superare prove e ostacoli per raggiungerla. Non sono di quelli che pensano che la sofferenza serva per espiare i propri peccati, anzi, ma penso che poter fare quello che ci piace fare, quello che da sempre abbiamo desiderato, che ci fa stare bene, sia un diritto, un traguardo che riempie. A volte però si deve un po’ faticare per arrivare, e ne vale spesso la pena.
Così mi fa stare bene stare qui seduto, davanti al caffèlatte, a scrivere, sapendo che lavorerò di pomeriggio dopo aver dormito 12 ore di fila. Che non ho scadenze o esami da fare, che posso mandare a cagare certe cose o persone in diretta senza passare dal via, che posso stare bene così, che posso pensare adesso a me, a Yashal e alla casa e tutto il resto . È forse questa la libertà? Non lo so, però se lo è a me piace tanto.