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domenica 28 novembre 2010

Vintage Selection

Mi rendo sempre più conto che ci cose che si depositano in me e restano così come sono, vivono nel mio mondo fatto di pensieri e ricordi, anche se nella realtà si modificano. Eppure restano dentro, ci avvolgono e solo a distanza di tempo ci rendiamo conto di quanto ci abbiano trasformato e siano importanti per noi. Mi sento vintage, ho voglia di recuperare alcune cose fatte sopratutto di atteggiamenti e abitudini. Sono quelle cose che creano il mondo personale di ognuno di noi. Per me è lo scrivere, leggere, ascoltare musica, viaggiare. Mi sono autolimitato molto in questo, molto dipende dal mio senso del dovere che a volte dovrei imparare a mandare a quel paese. 
Quante volte ci si ritrova a dire vorrei fare questa cosa, ma non posso perchè devo fare prima questa, che è più importante, che magari è anche così, ma ad un certo punto anchecchissenefrega. Il rischio è di ritrovarsi presi nel vortice del “domani lo farò, giuro...” e via così per un tempo infinito, finchè passano 10 anni, ci si guarda allo specchio tristi e infelici per aver perso tempo inutile. È altrettanto vero che mica si rimane sempre uguali, per fortuna, ci cresce e si cambia eppure ci sono cose che fanno stare sempre bene e possono cambiare con noi, così è per me lo scrivere che rimane un bisogno essenziale come la pipì che mi scappa adesso e che trattengo perchè devo finire questo post che da troppo attende di essere terminato.
Si è creato un mondo dentro me e ora che sono adulto e maturo (uahahaahauahaha) prende sempre più forma. Anni fa vedevo le cose a contorni sfumati, un miope di sensazioni e sentimenti, ora invece riesco a circondarmi di cose che “stanno bene” con me e sempre più sono cose che arrivano dal passato, un tripudio vintage insomma. Lo so che penserete che la malattia procede a ritmo galoppante, ma meglio così, credetemi.

mercoledì 17 novembre 2010

Then comes the sun -Elisa-



Dopo l’introspezione e l’ermeticità di Asile’s world, nel 2001 Elisa attraversa un periodo di grande serenità, come un movimento in dare, verso l’esterno, nasce Then comes the sun (Poi viene il sole). Torna a lavorare con Corrado Rustici. Questi cambiamenti interiori si vedono sin dall’inizio con Rainbow, dedicata alla sua migliore amica, il ritornello rievoca il senso della vita “‘Cause it never began for us/ It’ll never end for us”, come un viaggio, un arcobaleno senza inizio e fine. È scritta di getto, in orgine su una base new age, nel disco assume più consistenza, fino alla versione remixata che diventerà poi il secondo singolo dopo Heaven out of hell nella quale spiega come basta cambiare punto di vista per avere una nuova visione delle cose, lo dice a sua mamma, la esorta quasi in modo brusco, ma efficace.
Heaven out of hell è legata a livello armonico a Stranger e Dancing. Tutto il disco segue una scala armonica, ogni canzone contribuisce a creare un’onda emotiva che si ritrova in tutto l’album. Anche Dancing, come Rainbow, va in crescendo, è una scala di tristezza che giunge a scoppiare nel ritornello. La vicenda a cui è legata non è essenziale, anche se sembra scritta per un amore importante, parla dell’innamoramento, della sensazione di aggrapparsi ad un’emozione intensa, al di là di chi ci sia dietro. Parla dello scegliere di vivere un momento profondamente e di lasciarsi andare, consapevoli del fatto che è solo un momento, ma con la voglia di perdersi completamente. Kircher, matematico e musicologo, descrisse la sua “teoria degli affetti” in un prontuario che spiegava le regole per comporre la musica in modo tale da suscitare nell’ascoltatore gli effetti desiderati. Dancing è un incantesimo, ha una tristezza organica che incanta, la melodia ipnotizza e muove un preciso sentimento nel pubblico, ma la matematica musicale non riesce a controllare e spiegare tutto. A mio parere è tra le più belle canzoni del mondo, forse perchè ha in sè una verità spoglia e cruda.

Stranger viene scritta per la stessa persona di Dancing, è un ringraziamento per averle regalato un bel momento senza promettere che fosse per sempre e prosegue l’onda creata da Dancing.
Viene ripresa anche A little over zero (già presente in Asile’s world) su suggerimento di Corrado Rustici, che la rende più fluida con piano e chitarra, come anche The window, suonata solo con la chitarra acustica che sembra perdersi nel vento.
Fairy girl è dedicata ai suoi luoghi speciali, e sebbene sia una canzone poco conosciuta, è in realtà questo l’autoritratto di Elisa: “What I hear is the music that runs through my veins/it is made of the nights, of the sea, of the fields/of the scent of asphalt when it rains”.
Time nasce come una filastrocca, degna di una canzone da dancefloor, è il terzo singolo dell’album e remixato dai Planet Funk. E ancora si rivolge all’esterno in Fever, parla ad una persona fredda e calcolatrice, che tende ad incasellare i propri sentimenti, scritta nel 1997 e poi recuperata con un testo completamente diverso. Si tratta di una delle canzoni più rock dell’album che parte con la voce distorta e le chitarre acide.
E arriva poi Rock your soul , dedicata al padre, nella quale esprime un sentimento semplice e puro: il desiderio di unione “I wanna be one with you”. Gli archi allungano le note e il pianoforte da il ritmo, la voce segue la melodia in un saliscendi fantastico.
It is what it is struggente e arrabbiata parla della nostalgia come di un qualcosa che rende le cose passate non così insopportabili come sembravano. Elisa dà uno sguardo indetro e risolve il rompicapo “the love that we made/ shines through my eyes/it’s out of the maze”. È qui che si rende conto che il sole torna sempre, dopo il dolore, dopo ogni sofferenza, dopo aver compreso, dopo aver combattuto con tutte le forze. È quello che è...ma poi torna il sole.
E l’album potrebbe chiudersi qui con la ghost track Rainbow bells, perchè in realtà Simplicity, il brano che chiude idealmente il disco non è una fine, ma un inizio appunto. È una canzone piccola, acustica come The window, parla di una storia che non funziona perchè manca una base di comprensione vera, racchiude tutto il senso dell’album: semplicità, naturalità appunto. Simplicity è un’avvisaglia di Lotus, fa da ponte verso un nuovo mondo. Arriva l’11 settembre, crollano due torri, crolla il mondo di Asile, la tragedia la tocca in maniera personale, ha bisogno di tornare nel suo mondo appunto. Ma questa è un’altra storia.

domenica 10 ottobre 2010

Lisert -Elisa-



Underground rivers of love that we can't see 
I wish they could reach the sunlight to show us the 
way to live life without hate and set us free 
hit me right through the heart now 
and flow in the sea 
Cherish the wounds and heal every scar 
Take this fear that I feel and pull it out kick it out 
This is the beautiful land where I was born 
The nature the colors that I love 
The place in this world that I belong 
This is the beautiful land where I was born 
The nature the lining of my soul 
The place where I will always return 
See the beautiful stars above us like satellites 
Shine like dust in the sun in their giant time 
Closing your eyes it's easy to disappear 
Dreaming of distant places 
And wake right here 
Cherish the wounds and heal every scar 
Take this fear that I feel and pull it out kick it out 
This is the beautiful land where I was born 
The nature the colors that I love 
The place in this world that I belong 
This is the beautiful land where I was born 
The nature the lining of my soul 
The place where I will always return 
I’ve learned everything here… 
this is my shield… 
This is my home… 
and if you really 
want to know me 
please 
come over have a look 
Cherish the wounds and heal every scar 
Take this fear that I feel and pull it out kick it out 
This is the beautiful land where we were born 
The nature the colors that we love 
The place in this world that we belong 
This is the beautiful land where we were born 
The nature the lining of our soul 
The place where we will always return 
Lisert… Lisert… Lisert… Lisert… 
Lisert… Lisert… Lisert… Lisert… 
Sono fiumi d’amore sotterranei che non riusciamo a vedere;
 vorrei che potessero risalire in superficie fino ad incontrare la luce
 per poi mostrarci come si potrebbe vivere una vita liberi dall’odio. 
Vorrei potessero centrarmi il cuore e attraversarlo.
E poi raggiungere il mare. 
Custodire le cicatrici e guarire ogni forma di ferita. 
E la mia paura, potessero immobilizzarla e poi scacciarla fuori da me.
 Questa è la terra meravigliosa da dove vengo. 
Questa la natura, i colori che amo. 
Questo il posto del mondo a cui appartengo. 
Questa è la terra meravigliosa dove sono nata. 
Questa la natura, i colori che amo. 
Questo il sipario che si apre sull’anima. 
Questo il posto dove sempre ritornerò.
Guarda quelle incredibili stelle sopra di noi, sembrano satelliti, 
brillano come la polvere dentro i raggi del sole nel loro tempo gigantesco. 
Chiudendo gli occhi puoi scomparire; 
Sognare di posti lontani 
e poi svegliarti sempre qui. 
Oh radici mie, custodite le cicatrici e guarite ogni forma di ferita. 
Tirate fuori la mia paura e poi buttatela fuori da me. 
Questa è la terra meravigliosa da dove vengo.
Questa la natura, i colori che amo. 
Questo il posto del mondo a cui appartengo. 
Questa è la terra meravigliosa dove sono nata. 
Questa la natura, i colori che amo. 
Questo il sipario che si apre sull’anima. 
Questo il posto dove sempre ritornerò. 
Qui ho imparato tutto. 
Questo è il mio scudo.
 Questa è la mia casa.
 E se davvero vuoi conoscermi, 
allora vieni a vedere, 
vieni più vicino. 
Questa è la terra meravigliosa da dove veniamo. 
Questa la natura, i colori che amiamo.
 Questo il posto del mondo a cui apparteniamo. 
Questa è la terra meravigliosa dove siamo nati. 
Questa la natura, il sipario che si apre sulle nostre anime. 
Questo il posto dove sempre torneremo. 
Radici. Radici. Sono le nostre radici. 

domenica 19 settembre 2010

Radici







Trovo importante sapere quali sono le proprie radici, sapere chi si è per sapere dove si vuole arrivare. Questa affermazione forse nasce dall’educazione che ho ricevuto per la quale la famiglia e il legame con la propria terra è da rispettare e portare con sè. In questi giorni tornando in Puglia ho riscoperto quanto questo sentimento di appartenenza sia radicato in me. Mi sono reso conto di quanto trovi bella la mia terra, nonostante la terra arida che però permette di riceverne frutti buonissimi e immagini stupende fatte di colori che trovo solo qui. Angoli della mia infanzia costruiti su luoghi miei, solo miei. Ricordi pesanti fatti di cose che solo lì posso trovare. 

mercoledì 25 agosto 2010

La solitudine dei numeri primi -Paolo Giordano-



L'ho divorato in meno di 24 ore, dovevo sapere, dovevo vedere come andava a finire. E mi ha commosso, in due punti del romanzo, e non per scene strappa lacrime, ma per dei dettagli, per due piccole cose che hanno scosso la mia anima come poche volte mi succede. E' una storia triste quella di Mattia e Alice, che si sfiorano senza toccarsi mai, che sono tanto uguali eppure diversi. Mattia freddo e calcolatore, freddo come il dolore vero; Alice in una realtà fatta di menzogne soprattutto verso se stessa, un mondo costruito su misura per lei da lei stessa. E' una storia triste, è vero, forse troppo, però fatta di pensieri molto vicini a quelli che forse tutti facciamo, che superiamo però, ma loro no, si puniscono, perchè non si può amare se non ci si ama.

giovedì 19 agosto 2010

Fistful of love -Antony and The Jhonsons-



I was lying in my bed last night staring
at a ceiling full of stars
when it suddenly hit me
I just have to let you know how I feel 

We live together in a photograph of time
I look into your eyes and the seas open up to me
I tell you I love you and I always will
and I know you can't tell me
I know you can't tell me

So I'm left to pick up
the hints, the little symbols of your devotion
So I'm left to pick up
the hints, the little symbols of your devotion

And I feel your fists
and I know it's out of love
and I feel the whip
and I know it's out of love
and I feel your burning eyes burning holes
straight through my heart
It's out of love
It's out of love

I accept and I collect upon my body
the memories of your devotion
I accept and I collect upon by body
the memories of your devotion

And I feel your fists
and I know it's out of love
and I feel the whip
and I know it's out of love
and I feel your burning eyes burning holes
straight through my heart
It's out of love
It's out of love

Give me a little bit serious love
give me a little full love
be full of love

Fists, fists, fists full of love...
Stavo nel mio letto ieri notte 
a guardare un soffitto pieno di stelle, 
quando improvvisamente sono stato colpito
e voglio farti sapere come ci si sente" 
Viviamo insieme come in un'istantanea del tempo 
guardo nei tuoi occhi e i mari si aprono a me. 
Ti dico che ti amo e sempre ti amerò 
e so anche che non tu non puoi dirlo a me 
io so che non puoi dirmelo, 
così mi lascio prendere almeno i segni, 
i simboli della tua devozione 
quindi permetto che tu mi lasci addosso i segni, 
i simboli della tua devozione. 
Sento i tuoi pugni e so che non è amore, 
sento la tua cintura e so che non è amore, 
sento i tuoi occhi infuocati 
buchi incandescenti diretti al mio cuore, 
non è amore, non è amore. 
Così accetto e colleziono sul mio corpo 
i segni della tua devozione, 
quindi accetto e colleziono sul mio corpo 
i ricordi indelebili della tua devozione. 
Sento i tuoi pugni e so che non è amore, 
sento la tua cintura e so che non è amore, 
sento i tuoi occhi infuocati 
buchi incandescenti diretti al mio cuore, 
non è amore, non è amore. 
non è amore, non è amore. 
Dammi ancora i tuoi pugni d'amore.. 

giovedì 29 luglio 2010

Malincomomento

Troppo spesso mi fermo a pensare guardando il cielo, come adesso che ha quel colore grigio che evolve verso il lilla. Come ora che fa freddo e il caldo di settimana scorsa sembra un ricordo, le cose si allontanano da noi più velocemente di quanto non facciamo noi da loro, che ci soffermiamo troppo a rimuginarci su. Me ne sto sulle scale di casa perché da qui il paesaggio si perde un po' e a quest’ora il cielo cambia forma e colore più rapidamente che in altri momenti della giornata. Mi da serenità star qui seduto, nessuna certezza, solo un momento che mi serve per fare il punto della situazione, per cercare di dirmi che qualche cosa devo fare, che devo dare delle risposte anche se poi le domande non le so, è tutto più difficile, ma sono tranquillo, un po’, solo un po’ in realtà.
A volte questa casa mi sembra troppo silenziosa, ma poi basta un “bau” di Yashal per risvegliarmi e farmi vedere la casa piena piena. Mi chiedo sempre cosa pensa quando mi guarda con la testa piegata di lato e mi commuovo quando mi da i bacini sulla guancia o si appoggia col culo a me per dirmi che mi apprezza. Mi piace il suo sguardo e vorrei avere i suoi occhi perchè so che vedono cose che io non vedrò mai, hanno la profondità che non vedo nei miei, non hanno filtri. Anche lui ama guardare l’orizzonte dalla scala, guarda e guarda, ma va sempre più in la rispetto a dove arrivo io.
Ogni giorno mi chiedo quando fioriranno i miei girasoli, sembra che debbano esplodere da un momento all’altro, ma ogni giorno resto un po’ deluso. Anche questo penso seduto sulla scaletta. Fa freschino ora che la luce cala, però resisto, voglio assaporarmi questo momento fino in fondo. Era tantissimo che non mi prendevo un po’ di natura per me, i temporali servono anche questo, a godere della luce diversa, del fresco che durerà fino a domani, dei colori che sembrano panni appena lavati.
Stavo giusto pensando che io e Yashal siamo proprio una bella coppia, ce ne stiamo qui in cima alla scala a guardarci intorno, so già che non vede l’ora di riposare...basta con la malinconia ora...(ma son fatto così o no?!).

mercoledì 14 luglio 2010

Onda emotiva

Devo scrivere ora perchè ho paura di perdere tutte queste sensazioni. Ieri sera ho un fatto un bagno nella musica, è stata come un’onda emotiva, una sorta di tsunami che non distrugge, ma crea, edifica. Ogni volta è così, e ogni volta mi sorprendo di tutto questo. Di scoprire che alla fine certe sono sempre uguali, che per quanto si cambi, ci sono delle costanti che restano immutate.
Ogni canzone è una persona, un luogo, un sentimento, e risentirle non fa altro che permettere di arrivare quasi a toccarli di nuovo. Lo trovo terapeutico, una medicina per l’anima, che a volte tanto bene proprio non fa, perchè si ripescano cose spiacevoli, ma non so come ci riesce, però cura.
La musica la immagino così, come un’onda di energia, che avvolge il cuore. É la bellezza di cui parlo qui. Tutto pulsa insieme, come se il cuore fosse qualcosa di più grande che ci comprende e ci accoglie, comprende il mio vicino, il cielo, il vento, la mia famiglia che è a casa, il traffico della città, la gente che ignora tutto questo. Sarà un discorso da pazzo, però lo avverto così. 

sabato 12 giugno 2010

Qualcuno da amare

Da tempo penso a come è importante sentirsi amati, per tempo ho pensato di non essere una persona a cui voler bene, da amare. Col tempo grazie ad alcune persone ho imparato che ognuno può essere amato. Non ho mai creduto che solo alcuni fossero destinati all'amore -sotto ogni sua forma-, credo che tutto sta nell'essere pronti ad accogliere l'amore che dagli altri arriva, finché questo non accade è inutile provarci. Pensavo fosse una questione di bellezza esteriore, ma alla fine può finire di piacere anche se siamo brutti. Io per esempio mi trovo brutto, sgraziato, per nulla interessante, però ho capito che esiste un'energia che ci attrae nelle persone e che ci fa innamorare di loro, è una questione quasi di fisica quantistica secondo me, come particelle, atomi e molecole, non necessariamente di carica opposta, che si attraggono. Nello stesso modo non ho mai pensato che le persone “fighe” siano necessariamente persone di cui innamorarsi, almeno io mi innamoro della testa delle persone.
Ho scoperto che è bello farsi attraversare dai pensieri e non bloccarli nella testa, è un movimento continuo, è così che possiamo permettere agli altri di conoscerci e di far sì che possiamo essere anche noi “belli” per gli altri. È quando tutto rimane bloccato, trattenuto fino in fondo, che rimaniamo soli perché non tutti sono disposti a strappare le cose con i denti, ad un certo punto si pensa “ma chi me lo fa fare”. Tocca a noi spalancare le porte di cui parla anche la canzone che mi risuona in testa in questi giorni e che mi ha convinto che anche io posso rivelare una bellezza e che anche io sono “qualcuno da amare”.

Someone to love -Elisa-




giovedì 22 aprile 2010

La bellezza

La bellezza è un attimo..è un segreto... è un segreto.
E' nella pioggia mentre cade;
dentro i sorrisi che colgo all'ultimo istante, quando non so ma mi butto, 
quando sento che andrà tutto bene e ci sto appena provando 
anche se non lo dico ci credo fino in fondo. 
La bellezza è un'equazione del caso..è una medicina pubblica.
E' lì per tutti e tutti prima o poi la trovano, 
per poco o tanto tempo che sia, in una cosa o in un'altra.
Ti da la tua occasione, si fa trovare.
É talmente semplice che per poco non ci credi
E' così veloce che è quasi te la perdi
si posa come una farfalla da qualche parte piuttosto che da un'altra...
Si,la bellezza però è anche il cuore... 
Scoperto.
Pulsante.
Immodificabile
Intero.
La bellezza è il cuore intero.
                                                                                            (Elisa)

sabato 17 aprile 2010

Forgiveness -Elisa feat. Antony-


I’m lost and scared to live this life 
I thought i’d always be strong 
This rage this dark side i don’t want to see 
Lays there... Lays there… lays there… 

There on the bottom inside 
Looking lost like a child 
But i know that you’re mine 
We only need… 

Forgiveness our key to the world 
Forgiveness i’m frightened to deserve 
Forgiveness all that we need 
It’s forgiveness i am not sure i know… 

It was the love untaught 
Trapped in your mind 
So empty with me… 
A silent stone that struck my heart 
While i looked for a sign a sign… 

You felt the pain 
You felt the fear 
But you chose not to see 
Made it your destiny, 
Is it time for… 

Forgiveness... For we have paid 
Forgiveness is our key to the world 
Forgiveness for the love untaught 
It’s forgiveness i’ll be... Waiting for… 
Forgiveness... For we have paid 
Forgiveness is our key to the world 
Forgiveness for the love untaught 
It’s forgiveness i’ll be... Waiting for… 

Mi sono persa. E ho paura di guardare in faccia questa vita. 
Eppure ho sempre creduto che sarei stata forte. 
Questa rabbia, questa zona d’ombra che non voglio vedere, 
se ne sta là... Se ne sta là... 

Laggiù... dentro di me, ferma sul fondo, 
smarrita come un bambino. 
Eppure so che mi appartiene. 
Abbiamo solo bisogno di Perdono... 

La sola nostra chiave di accesso al mondo. 
Perdono... Quello che temo di meritarmi. 
Perdono... tutto quello di cui abbiamo bisogno. 
Perdono... che non sono certa di conoscere.

 E' stato l'amore non insegnato. 
Intrappolato nella tua mente che non ne voleva sapere di me.
 Una pietra silenziosa che mi ha spezzato il cuore 
mentre cercavo disperatamente un segno. Un tuo segno.

Hai provato dolore e hai provato paura. 
Ma hai deciso di non guardarla negli occhi. 
Ci hai costruito il tuo destino. 
Non è forse questo il tempo per il Perdono? 

Perché abbiamo pagato.
 Perdono... La sola nostra chiave di accesso al mondo. 
Perdono... Per l'amore che non ci hanno insegnato. 
Perdono... Che sono pronta ad aspettare. 
Perdono... Perché abbiamo pagato. 
Perdono... La sola nostra chiave di accesso al mondo. 
Perdono... Per l'amore che non ci hanno insegnato. 
Perdono... Che sono pronta ad aspettare.



domenica 11 aprile 2010

Il perdono



E’ da un po’ di tempo che sto pensando a un sentimento, o forse non è un sentimento, in effetti non so come si possa definire il perdono. Ci penso perchè accadono cose intorno a me che mi portano in una certa direzione, a cercarlo, è come un movimento in dare, un gesto che parte dal petto e si porta verso l’esterno.
Molte volte ci soffermiamo a pensare se il perdono esista o no, se sia una “cosa” fattibile o meno. Io invece mi chiedo cos’è. Il perdono nasce per sotterare un torto, una ferita che qualcuno ci ha inflitto. Tutto dipende dall’entità della ferita, dalla rabbia che è esplosa in quel momento, dal dolore provato. Il tempo spesso aiuta, rende il ricordo meno vivo, ma poi subentra la paura di guardare in faccia il perdono. Alla fine ci si rode dentro quel dolore, che corrode, si arriva a desiderare la vendetta, che sì, può aiutare, ma lungo andare non fa altro che corroderci. A me non piace provare astio, a volte è meglio l’indifferenza, è meglio provare un sentimento neutro piuttosto che odiare. 
Eppure perdonare è difficile e lo è perchè, almeno per me, prevale un senso di giustizia per il male che posso aver provato e di dignità verso la mia persona. Anche di orgoglio se ci penso bene. Però alla fine il perdono non è un regalo, non è una cosa che devi dare per stare bene, per essere più cristiano, non credo di renda migliori. Però a volte nasce e allora è giusto nasca, anche se perdonare non significa che abboni il dolore che hai provato, certe cose restano, come le parole dette, che sono quelle che non vengono dimenticate, paradossalmente ancora di più di quelle scritte. Forse il perdono serve per dimenticare il dolore da cui parte, è un fiore nato dalla merda. Alla fine di tutto questo parlare mi sa che ancora non ho capito cos’è il perdono e non so che fare.

mercoledì 24 marzo 2010

La mia croce



Caro Gesù,
scrivo a te perché siamo ormai a Pasqua e poi domenica è quella delle Palme e visto il mio cognome mi sento in diritto di scriverti più di altri. Sai che io e te abbiamo un rapporto conflittuale, ma non è colpa tua, ma è di quelli che usano te per nascondere la loro vera indole. Secondo me lo fanno solo perché tu non puoi parlare, lo so che sei risorto, però non è che in questi 2000 anni ti sia fatto sentire così spesso, una telefonata potevi anche farla. Anche Celentano non si vede mai, ma ha chiamato Santoro per dire che Morgan era stato maltratto dalla RAI. Capisco anche che hai pure tu il tuo da fare, magari sei pure incazzato perché ti hanno crocifisso, messo una corona di spine in testa e trafitto il costato con una lancia, però alla fine sei risorto, di che ti lamenti, io credo sarei morto già solo per la corona. Ma veniamo a noi. 
E’ un periodo che ti penso tanto, primo perché vieni tirato in ballo spesso ovunque, sarà la Pasqua, saranno le elezioni, non so. Sarà che le mie palle stanno diventando grandi come uova di Pasqua per tutto questo schifo, boh. E’ che io continuo a fare domande, ma tu non è che rispondi, non è che vivi in Svizzera come Mina? Un po’ la diva la fai. Un po’ ti capisco, forse hai schifo per tutto quello che i tuoi “pastori” combinano, ma noi che siamo le tue pecorelle come si fa?! 
Ti lascio ai tuoi problemi Pasquali e io torno alla mia croce.

Verrà l'estate -Pacifico & Malika Ayane



Verrà l'estate 
sarà nel vento 
nel fiato caldo dietro le persiane 
nelle campagne gialle consumate 
nelle strade vuote 
Verrà l'estate 
senza avvisare 
Un treno lento che costeggia il mare 
Sul marciapiede vuoto alla stazione 
ti farai trovare 
Sempre ti aspetto 
Apro per te ogni finestra 
respiro e l'aria e' fresca 
Salterà i muri, 
le cancellate 
Starà nei pozzi, in fondo ai corridoi 
E verrà a prenderti, a portarti fuori 
Sempre ti aspetto 
salvami stanco e infelice 
Nell'aria la tua luce

domenica 14 marzo 2010

Le cose che...

Ci sono cose belle e cose brutte, chissà perché ci ricordiamo solo quelle brutte, pensiamo sempre che siano quelle le cose che ci segnano, le cose che rappresentano le tappe fondamentali della nostra vita. Un po’ credo che si provi anche un senso di crogiolamento nei propri guai, perché come sempre i propri problemi sono quelli più grandi del mondo. In questi giorni però ho pensato che ci sono anche milioni di cose belle che mi hanno reso quello che sono e che forse, proprio per il fatto di essere cose belle, sono quelle che si danno per scontato e invece non deve essere così. Credo sia importante tenere ben presente questo, lasciare che le cose brutte accadano, ma che le cose siano quelle che ci portino a essere quello che siamo, che poi alla fine è così. Forse il pericolo è quello della nostalgia, se pensiamo alle cose belle ricadiamo spesso nel passato, in un passato “glorioso”, invece si dovrebbe fermarsi al ricordo così come, senza andare oltre e prendere quelle cose e stringerle. So che sono discorsi molto teorici e poco pratici, ma le ho sentite fortemente.