E' il momento degli stravolgimenti, il mondo di Elisa si capovolge, metafora di morte e di rinascita. L'amore l'abbandona e questo si riflette sulla musica, non entra in una crisi, anzi scrive trenta brani, contatta cinque produttori diversi, un anno in giro per il mondo. Ne risulta un disco difficile, il figlio incompreso, come lo definisce la stessa Elisa. Al primo ascolto viene da pensare che è un disco inascoltabile, ma se ci si addentra si scoprono alcune delle migliori canzoni della cantante. La direzione musicale però sfugge di mano, nonostante i grandi nomi: Darren Allison (Skunk Anansie), Roberto Vernetti (Delta V, Casino Royale), Howie B (Bjork, U2), Leo Z (Dalla, Bocelli) e Mauro Malavasi (Nannini, Pavarotti, Antonacci).
E' un lavoro sofferto, ma tra i più profondi e puri, perchè è quando più ci si trova negli abissi che poi si torna su, nasce Gift. La dedica alla madre e forse a dio, inteso come forza creatrice della natura. I loop veloci si sovrappongono alla voce che sembra rallentare e che esplode nel ritornello. Un po' come in Chameleon dove la melodia dolce si stacca dal suono elettronico, usa la voce come uno strumento, viene fuori una Elisa nuova, con nuovi volti.
Simile per purezza è la canzone che dà il titolo all'album, Elisa non è mai pienamente soddisfatta del risultato, rifà il brano da capo con ogni produttore, con Leo Z trova maggiore intesa e definisce il disco intero. Per Asile's world Leo propone un nuovo giro di piano e la costella di suoni, voci, sussurri, rumori. Il ritornello è uno scioglilingua, come il ritornello di Upside down e la stessa giocosità torna anche in Happiness is home, che sembra quasi un girotondo, una specie di cantilena. La felicità è tornata, Elisa è la casa.
Nel disco si trovano anche vecchie canzoni, come A little over zero, composta a sedici anni. Descrive la fragilità assoluta che nasce dalla mancanza di autostima e schiaccia con la domanda "Is this the best I can be?". Just some order arriva anch'essa dal passato, atmosfera cupa, un po' black, che perde qualcosa rispetto ai demo.
Arrivano anche brani nuovi. Seven times, sette è un numero magico, sette come i giorni della creazione, come le meraviglie della terra, i vizi capitali, le note musicali, le vite di un gatto, sette, il numero da ripetere settanta volte per perdonare. Elisa si fa alito, sospiro. E' accompagnata dai violini, come in Come & Sit, dedicata all'uomo che le ha spezzato il cuore, per il quale ha deciso di partire per Londra, decisione presa al Lisert, un deserto di argilla nei pressi di Monfalcone che d'estate diventa bianco e che viene ripreso in Creature. Quest ultimo è un pezzo epico, che parla degli elementi naturali, del ciclo di morte e rinascita, contiene versi bellissimi come "A cloud is coming/ uncoscious of its shape/ and I ask myself ih that's the heart of its beauty" (Passa una nuvola/ inconsapevole della propria forma/ e mi chiedo se è questo il cuore della sua bellezza), parla dell'innocenza di quando passava i pomeriggi a giocare con le nuvole. E' stata composta nel '98 in giro per l'Europa quando suonava di supporto a Eros Ramazzotti, come Little eye. Elisa si era chiusa in camerino a scrivere, una ragazza dello staff entrò all'improvviso e si scusò: "I'll let you be in your little world". La frase è diventata l'incipit del brano.
C'è un brano che in pochi conoscono e che invece contiene la vera dichiarazione di poetica di Elisa. E' l'invito a guardare indietro per guardare avanti, ricordare come il tempo cambia le cose, arriva Tic Tac, il tempo che la teneva al lavoro di parrucchiera, l'attesa per correre dal suo amante, la musica ("Music is the best lover").
Asile's world è un disco scritto con la testa, di poco contatto con l'esterno, così come Pipes & Flowers era il disco scritto con la pancia. La mossa commerciale non è strategica, dopo Pipes & Flowers che aveva venduto 300mila copie, Asile's world ne vende "solo" 100mila. Le vendite schizzano alle stelle quando nella ristampa del 2001 inserisce Luce. Il titolo del brano originale era Come speak to me e il testo nasce dall'incontro a Bologna con un ragazzo che distribuisce volantini. Lui le racconta di sua madre cresciuta in Africa, le consegna la cartolina dei viaggi intrapresi con la sua famiglia, le trasmette la luce di quei tramonti. Il testo italiano è scritto con Zucchero e mamma Silvia, Vincerà Sanremo, il premio della critica e riceverà un premio creato apposta per lei come miglior interprete. La luce del sole è tornata a risplendere.