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domenica 28 novembre 2010

Vintage Selection

Mi rendo sempre più conto che ci cose che si depositano in me e restano così come sono, vivono nel mio mondo fatto di pensieri e ricordi, anche se nella realtà si modificano. Eppure restano dentro, ci avvolgono e solo a distanza di tempo ci rendiamo conto di quanto ci abbiano trasformato e siano importanti per noi. Mi sento vintage, ho voglia di recuperare alcune cose fatte sopratutto di atteggiamenti e abitudini. Sono quelle cose che creano il mondo personale di ognuno di noi. Per me è lo scrivere, leggere, ascoltare musica, viaggiare. Mi sono autolimitato molto in questo, molto dipende dal mio senso del dovere che a volte dovrei imparare a mandare a quel paese. 
Quante volte ci si ritrova a dire vorrei fare questa cosa, ma non posso perchè devo fare prima questa, che è più importante, che magari è anche così, ma ad un certo punto anchecchissenefrega. Il rischio è di ritrovarsi presi nel vortice del “domani lo farò, giuro...” e via così per un tempo infinito, finchè passano 10 anni, ci si guarda allo specchio tristi e infelici per aver perso tempo inutile. È altrettanto vero che mica si rimane sempre uguali, per fortuna, ci cresce e si cambia eppure ci sono cose che fanno stare sempre bene e possono cambiare con noi, così è per me lo scrivere che rimane un bisogno essenziale come la pipì che mi scappa adesso e che trattengo perchè devo finire questo post che da troppo attende di essere terminato.
Si è creato un mondo dentro me e ora che sono adulto e maturo (uahahaahauahaha) prende sempre più forma. Anni fa vedevo le cose a contorni sfumati, un miope di sensazioni e sentimenti, ora invece riesco a circondarmi di cose che “stanno bene” con me e sempre più sono cose che arrivano dal passato, un tripudio vintage insomma. Lo so che penserete che la malattia procede a ritmo galoppante, ma meglio così, credetemi.

mercoledì 17 novembre 2010

Then comes the sun -Elisa-



Dopo l’introspezione e l’ermeticità di Asile’s world, nel 2001 Elisa attraversa un periodo di grande serenità, come un movimento in dare, verso l’esterno, nasce Then comes the sun (Poi viene il sole). Torna a lavorare con Corrado Rustici. Questi cambiamenti interiori si vedono sin dall’inizio con Rainbow, dedicata alla sua migliore amica, il ritornello rievoca il senso della vita “‘Cause it never began for us/ It’ll never end for us”, come un viaggio, un arcobaleno senza inizio e fine. È scritta di getto, in orgine su una base new age, nel disco assume più consistenza, fino alla versione remixata che diventerà poi il secondo singolo dopo Heaven out of hell nella quale spiega come basta cambiare punto di vista per avere una nuova visione delle cose, lo dice a sua mamma, la esorta quasi in modo brusco, ma efficace.
Heaven out of hell è legata a livello armonico a Stranger e Dancing. Tutto il disco segue una scala armonica, ogni canzone contribuisce a creare un’onda emotiva che si ritrova in tutto l’album. Anche Dancing, come Rainbow, va in crescendo, è una scala di tristezza che giunge a scoppiare nel ritornello. La vicenda a cui è legata non è essenziale, anche se sembra scritta per un amore importante, parla dell’innamoramento, della sensazione di aggrapparsi ad un’emozione intensa, al di là di chi ci sia dietro. Parla dello scegliere di vivere un momento profondamente e di lasciarsi andare, consapevoli del fatto che è solo un momento, ma con la voglia di perdersi completamente. Kircher, matematico e musicologo, descrisse la sua “teoria degli affetti” in un prontuario che spiegava le regole per comporre la musica in modo tale da suscitare nell’ascoltatore gli effetti desiderati. Dancing è un incantesimo, ha una tristezza organica che incanta, la melodia ipnotizza e muove un preciso sentimento nel pubblico, ma la matematica musicale non riesce a controllare e spiegare tutto. A mio parere è tra le più belle canzoni del mondo, forse perchè ha in sè una verità spoglia e cruda.

Stranger viene scritta per la stessa persona di Dancing, è un ringraziamento per averle regalato un bel momento senza promettere che fosse per sempre e prosegue l’onda creata da Dancing.
Viene ripresa anche A little over zero (già presente in Asile’s world) su suggerimento di Corrado Rustici, che la rende più fluida con piano e chitarra, come anche The window, suonata solo con la chitarra acustica che sembra perdersi nel vento.
Fairy girl è dedicata ai suoi luoghi speciali, e sebbene sia una canzone poco conosciuta, è in realtà questo l’autoritratto di Elisa: “What I hear is the music that runs through my veins/it is made of the nights, of the sea, of the fields/of the scent of asphalt when it rains”.
Time nasce come una filastrocca, degna di una canzone da dancefloor, è il terzo singolo dell’album e remixato dai Planet Funk. E ancora si rivolge all’esterno in Fever, parla ad una persona fredda e calcolatrice, che tende ad incasellare i propri sentimenti, scritta nel 1997 e poi recuperata con un testo completamente diverso. Si tratta di una delle canzoni più rock dell’album che parte con la voce distorta e le chitarre acide.
E arriva poi Rock your soul , dedicata al padre, nella quale esprime un sentimento semplice e puro: il desiderio di unione “I wanna be one with you”. Gli archi allungano le note e il pianoforte da il ritmo, la voce segue la melodia in un saliscendi fantastico.
It is what it is struggente e arrabbiata parla della nostalgia come di un qualcosa che rende le cose passate non così insopportabili come sembravano. Elisa dà uno sguardo indetro e risolve il rompicapo “the love that we made/ shines through my eyes/it’s out of the maze”. È qui che si rende conto che il sole torna sempre, dopo il dolore, dopo ogni sofferenza, dopo aver compreso, dopo aver combattuto con tutte le forze. È quello che è...ma poi torna il sole.
E l’album potrebbe chiudersi qui con la ghost track Rainbow bells, perchè in realtà Simplicity, il brano che chiude idealmente il disco non è una fine, ma un inizio appunto. È una canzone piccola, acustica come The window, parla di una storia che non funziona perchè manca una base di comprensione vera, racchiude tutto il senso dell’album: semplicità, naturalità appunto. Simplicity è un’avvisaglia di Lotus, fa da ponte verso un nuovo mondo. Arriva l’11 settembre, crollano due torri, crolla il mondo di Asile, la tragedia la tocca in maniera personale, ha bisogno di tornare nel suo mondo appunto. Ma questa è un’altra storia.