Alla vigilia della presunta fine del mondo mi faccio una domanda e la risposta è che io non so cos’è la vita. Nessuno mi ha dato le istruzioni per l’uso. Non credo qualcuno le abbia. Se ce le ha me le faccia avere. Forse sono io che sbaglio, che dico la cosa sbagliata. Come si fa a far comprendere quanto ne valga la pena sempre...viverla intendo...Solo una malattia incurabile ne priverebbe del senso che ha, che non so quale sia, ma è di certo qualcosa di “oltre”. Non mi interessa nemmeno capirlo e conoscerlo. Preferisco fare in modo di sfruttarla, di renderla piena, con quei famosi motivi di cui parlavo nel post precedente.
Tutti noi abbiamo momenti di sconforto tale da pensare che non abbia un senso viverla, ogni nostro problema ci sembra insormontabile, ma “nessuno ha croci più grandi di altri”. Tutti soffriamo, anche più di quello che potremmo sopportare, ma succede. E passa. Sempre. Non si dimentica. Ma si va oltre. La cosa importante nella sofferenza è pensare sempre che è un momento, nella maggior parte dei casi è così, ed è spesso da questi momenti che nascono le cose più belle, i veri cambiamenti, le risposte. Nulla al mondo mi farà cambiare questa visione della vita...