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sabato 2 giugno 2007

Pipes & Flowers -Elisa- 1996




Non potevo che iniziare così. L'album che ha cambiato la mia vita. Esce nel 1997 una diciottenne timida cantante di Monfalcone. Credo sia la prima volta che una cantante italiana canti solo in inglese. Tutti pensano sia inglese e invece no. Ha una voce melodiosa, ma forte. Ed ecco che se ne esce con questo disco pop-rock, bello, bellissimo, diverso da quello che in quel momento girava nel nostro paese. Come lei stessa dichiarò quello era un disco che arrivava dalla pancia, istintivo. Il titolo ne incarna l'anima, cornamuse e fiori, perchè non si può classificare in un genere, merito anche del produttore Corrado Rustici che la accompagnerà anche nei lavori successivi. 
Il lato istintivo arriva prepotente con l'apertura di Labyrinth, una sorta di urlo liberatorio, una canzone che non ha nulla da invidiare ai grandi del resto del mondo. Rock di quello bello, che si ascolta con piacere senza lasciare in secondo piano i testi, scritti a due mani con Catherine Warner, la cui consulenza è stata determinante. Tant'è che ne vengono fuori delle metafore bellissime, come in Mr. Want dove si intrecciano versi come "voglio amarti con tutto il mio odio"  e "voglio rollare i tuoi pensieri e fumarli"o in Shadow zone e Cure me (aggiunta nella riedizione del 1998) dove il rock si fa più cattivo e duro e le parole si intrecciano in rocamboleschi giri, difficili da seguire.
Non mancano nemmeno delle bellissime ballads come A feast for me, romantica e dolce, ma mai meliosa o Sleeping in your hand, la sua primissima canzone (che ci regala anche in un remix). Passa dal rock al pop puro con New kiss, in cui il testo diventa un terribile scioglilingua, e So delicate so pure, dove finalemente viene fuori senza freni tutta la voce, ricordando a tratti Cindy Lauper. E sa anche giocare con la disco in Tell me, o andare giù fino in fondo all'anima in The marriage in cui "il silenzio si sposa con l'amore". Ed ecco che chiude con una delle sue canzoni più belle, Inside a flower, dove lampi gospel si accendono sul finale lasciando intravedere un futuro radioso, invitandoci a chiudere il tempo dentro a un fiore e a riprenderci quello che ci appartiene: l'amore.

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