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sabato 1 aprile 2006

la cometa yakutaki

ho detto alla cometa yakutaky che il nostro amore è grande come l'universo e di non preoccuparsi quando è in giro ovunque lei sarà non andrà perso l'amore mio per te è luce pura che illumina di raggi le atmosfere un turbinio di stelle e di comete di attimi di secoli e di ere

Stanotte sono salito nella piazza del paesino più alto della zona, mi sono sdraiato lungo il muretto e ho guardato la cometa yakutaky che passava in mezzo al cielo e il cuore mi si è strettp e ho sentito un groppone in gola e tanti confusissimi contrastantissimi pensieri hanno affollato la mia mente che nuotava in questo mare di pensieri senza sapere dove andare. Ma che gioia però, tutto ciò, tutte queste emozioni.
La sensazione di sentirsi piccolo e primitivo a guardare questa pallina di luce che transita facendo slalom tra le lucine familiari che incorniciano i nostri desideri di ferragosto. Piccolo e infinitamente imbambolato, perso, perso ancora di più di fronte a quella manciatina di conoscienze che ci fanno un po' gradassi nei confronti del creato. Vabbe' che noi lo sappiamo che la cometa è una palla che sfreccia e che non va da nessun gesù bambino e che non porta nè sfiga nè fortuna e che il suo passaggio risponde a precise leggi fisiche. Vabbe' che ci sembra di aver imprigionato tutto il cosmo nelle nostre teorie. Io non so come si sentisse yakutaky stanotte, ma io mi sono sentito pieno di universo dentro. Piccolo come il più piccolo neutrino del cosmo e grande come il cosmo stesso. Mi gira la testa madonna mia, questa è adrenalina pura! Sono tornato a casa dopo aver visto passare una cometa sopra la mia testa! Le stelle, l'infinito, l'eternità, mia madre, mio padre, i miei fratelli, la mia ragazza, i miei amici, i sorrisi, le montagne, l'africa, il sole, il polo nord, il polo sud, mia nonna, il mio paese, il mio lavoro, la palestina, il deserto, la bicicletta, il sudore, un disegno, una canzone, un'armonia, i cani, le carezze, il magone, il freddo, il caldo, il sonno, gli spaghetti, l'acqua, un incontro, i viaggi, i chilometri, le elezioni, i libri le poesie, dio, oggi, domani, ieri, tra diecimila anni ci vediamo da qualche parte a vedere di nuovo questa cometa che passa.
Ho avuto la sensazione di averla già vista questa cometa. Saranno stati circa qualche migliaio di anni fa, non ricordo se ero sulla soglia di una caverna o in qualche altro posto. Il posto mi dispiace ma non me lo ricordo, però mi ricordo perfettamente come mi sentivo, ho guardato su nel cielo e in mezzo alle lucine che più o meno mi capitava di vedere tutte le notti ho visto questa nuvoletta bianca strana che si faceva largo. Ho cominciato a fissarla per capire cos'era, e vedevo che non andava via, non era un'illusione, era proprio una luce nuova. Sono stato lì tutta la notte, ho svegliato altra gente e insieme abbiamo aspettato che la luce del giorno spegnesse questa novità. La notte dopo non c'era più. Ogni tanto guardando il cielo in questi millenni mi è tornata in mente e questo pensiero mi confortava. Provavo piacere a sapere che è tutto in movimento, che si va e si viene, ognuno seguendo un ritmo molto personale. Stanotte, nel riguardarla passare sopra di me digitanto queste parole sconnesse sulla tastiera del mio computer portatile, penso che un giorno la rivedrò ancora e mi perderò di nuovo in un laghetto infinito di sensazioni e nella mia gola arriverà a farsi sentire di nuovo questo nodo che stringe e non mi fa andare avanti a scrivere ma mi spinge a sdraiarmi su un divano con gli occhi chiusi pensando le cose più infinite che mi vengono in mente...

A C.

(Tratto da Il grande boh! di Jovanotti)

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